Europa

Michelle O’Neill premier, la prima volta di Sinn Féin

Michelle O’Neill premier, la prima volta di Sinn FéinMichelle O’Neill – Ap

Irlanda del Nord Si sblocca lo stallo durato mesi, dopo 11 anni a guida unionista ora tocca ai repubblicani. Nel suo primo discorso allo Stormont, il parlamento di Belfast, un messaggio di speranza: «Desidero che tutti camminiamo in armonia e amicizia. Il mio sguardo è fisso sul futuro»

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 4 febbraio 2024

Per la prima volta nella storia il primo ministro dell’Irlanda del Nord è una personalità espressa da Sinn Féin. Si tratta di Michelle O’Neill, responsabile del partito al Nord ed ex vice prima ministra. Si conclude così uno stallo durato molti mesi, dovuto alla riluttanza della maggiore formazione unionista, il Dup, ad accettare il nuovo equilibrio uscito dalle urne nel maggio del 2022. Sinn Féin aveva infatti vinto con il 29%, contro il 21.3% del Dup.

Gli accordi del Venerdì Santo (1998) prevedevano la formazione di un governo misto rappresentativo delle due comunità principali. Tuttavia, il Dup ha ostacolato la formazione dell’esecutivo, avanzando rivendicazioni legate agli scambi commerciali post Brexit tra Irlanda del Nord e Regno Unito.

Il cosiddetto “Protocollo nordirlandese”, negoziato con l’Europa, stabiliva un confine doganale in mare, con controlli previsti alle due sponde. Ma al di là di questioni tecniche, era evidente come il Dup non potesse facilmente digerire la portata simbolica di dover rinunciare alla carica di primo ministro. Tale cambiamento epocale era considerato il primo passo verso la riunificazione tra le due Irlande.

Il nuovo accordo prevede la non applicazione automatica della normativa europea riguardante gli scambi commerciali, e tra le tante concessioni fatte agli unionisti, quella di sostituire i controlli doganali previsti con check occasionali in luoghi non ancora ben specificati. Tanti repubblicani si dicono indispettiti dal linguaggio filo-britannico del nuovo documento, dal titolo “Salvaguardare l’Unione”. Viene giudicato in contraddizione con il dettato degli accordi del 1998, secondo cui la possibilità di una riunificazione dipendeva dalla chiara volontà in tal senso della maggioranza della popolazione. Sinn Féin ha astutamente ingoiato il rospo, evitando di commentarne i contenuti, come anche il linguaggio in cui è stilato.

La nuova prima ministra ha dichiarato la volontà di portare avanti un mandato «inclusivo e rispettoso di tutti», specificando che a «nessuno di noi viene richiesta una resa, una rinuncia alla propria identità». Ha dichiarato di voler proseguire nella strada della riconciliazione: «Desidero che tutti camminiamo in armonia e amicizia. Il mio sguardo è fisso sul futuro». Parole di speranza – condivise tra l’altro dal Presidente irlandese Higgins – il cui entusiasmo, però, non trova adeguato riscontro in frange della comunità unionista.

Il rappresentante del Tuv (Traditional Irish Voice), Jim Allister, ha infatti apertamente attaccato O’Neill: «Abbiamo un primo ministro di Sinn Féin, ma non in nome mio. Non mi inchinerò mai». Dello stesso tenore un altro duro e puro del lealismo unionista, il seguitissimo Jamie Bryson, secondo cui «oggi è un giorno di grande tristezza per l’unionismo»: spera di sbagliarsi nel prevedere che, «nella migliore delle ipotesi l’Unione subirà un cambiamento permanente, nella peggiore, verrà smantellata».

Il gran maestro dell’Ordine d’Orange invita invece a non trasformare quella che ritiene essere una «vittoria dell’unionismo» in una sconfitta.

Ma di sconfitta parlano anche un partito di riferimento della comunità repubblicana, l’Sdlp, e la sinistra radicale di People Before Profit. In entrambi i casi, i nuovi accordi vengono letti come la ferrea intenzione britannica di non farsi da parte, tradendo così il mandato dell’intero Processo di Pace.

Le prossime settimane ci diranno se la politica pragmatica di Sinn Féin saprà tradurre questa chiara concessione fatta ai rivali ma compagni di governo, in un effettivo cambiamento degli equilibri sociali e politici del Nord.

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