Lavoro

Metalmeccanici, Fiom e industriali divisi sul ruolo del contratto

Metalmeccanici, Fiom e industriali divisi sul ruolo del contratto

Alla vigilia del tavolo di trattativa sul rinnova del contratto dei metalmeccanici gli industriali di Federmeccanica e i sindacati come Fiom si sono avvicinati con idee diverse. Il presidente di […]

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 27 ottobre 2015

Alla vigilia del tavolo di trattativa sul rinnova del contratto dei metalmeccanici gli industriali di Federmeccanica e i sindacati come Fiom si sono avvicinati con idee diverse. Il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi ieri ha confermato che l’obiettivo è «cambiare la composizione della struttura salariale a favore della parte aziendale e, per farlo, contiamo di liberare risorse con il ridimensionamento del peso del contratto nazionale». Gli industriali dunque non intendono legare l’andamento del salario all’incremento della produttività e della ricchezza prodotta in azienda. «Pesa solo il 4% sulla retribuzione complessiva – sostiene Storchi – mentre il 75% ha origine dal contratto collettivo». Si vuole incentivare la retribuzione «legata al negoziato e all’iniziativa aziendale». Il contratto nazionale «deve avere una funzione regolatoria, ma non distribuire incrementi retributivi a pioggia come in passato». La strada, per gli industriali, è quella del «welfare aziendale». Storchi valuta positivamente la detassazione dei premi aziendali prevista dalla legge di stabilità che «aiuta la diffusione della contrattazione virtuosa in azienda» anche se la norma, «per avere maggiore efficacia», dovrebbe prevedere anche una «decontribuzione certa e stabile a favore delle aziende».

Dall’altra parte del tavolo, la Fiom arriverà con le seguenti richieste: contrattazione annua del salario per tutelare e aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori; defiscalizzazione degli aumenti salariali; conferma dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali – con un taglio di 8 ore annue per chi svolge turni notturni; introduzione della quarta squadra fino a 18 turni e della quinta oltre i 18. Opposizione alle norme del Jobs act sui licenziamenti collettivi per i nuovi assunti; accordo collettivo con Rus o Rsa per l’installazione di strumenti per il controllo a distanza, un’altra misura preoccupante e scandalosa che si aggiunge all’abolizione dell’articolo 18 solo per i neo-assunti. La Fiom chiede di prevedere la tutela di questa norma anche per i nuovi contratti. Sono i punti di una piattaforma in questi giorni sottoposta al referendum tra i lavoratori, un percorso che terminerà il 14 novembre, in previsione della manifestazione a Roma del 21 novembre. Il segretario della Fiom a Landini è stato chiaro a Cervia: il contratto nazionale «non può essere sostituito dalla contrattazione aziendale, perché questo aprirebbe la strada alla contrattazione individuale dei rapporti di lavoro». Una precisazione che permette di comprendere la distanza tra la Fiom e Federmeccanica. Sui contratti, invece, oltre a ribadire la centralità di quelli a tempo indeterminato, la Fiom chiede l’introduzione di causali per quelli a termine e la previsione, per quei rapporti effettivamente autonomi, di diritti e condizioni minime, dalla maternità alla malattia, dalle ferie al preavviso, fino alla retribuzione annuale lorda.

«La firma del nostro contratto è possibile – sostiene Rocco Palombella, segretario generale della Uilm su «Fabbrica Società», il giornale sindacale on line domani. Su questo auspicio pesa la firma del contratto dei chimici in un solo giorno di trattative, con due mesi e mezzo di anticipo sulla scadenza naturale. «Un’intesa che ha indicato un segnale politico ben preciso: è possibile rinnovare i contratti di categoria in scadenza con le regole esistenti senza attendere gli esiti di una riforma contrattuale in sede confederale»

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