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Messico e Trump: «Soldati al confine e stop alla carovana»

Messico e Trump: «Soldati al confine e stop alla carovana» – Lapresse

Usa/Messico «Fino a quando non avremo il muro, proteggeremo il nostro confine con i militari. È un grande passo. Non lo avevamo fatto prima»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 5 aprile 2018

Da cinquant’anni il collettivo Pueblo Sin Fronteras organizza un’iniziativa simbolica per attirare l’attenzione sulla condizione dei profughi dell’America centrale e sulle violenze che subiscono nel corso del loro viaggi; dal 2010 l’evento è una carovana di circa un migliaio di persone che chiede asilo al Messico o agli Stati uniti. «Accompagniamo i rifugiati nel loro viaggio di speranza e richiesta di diritti umani, evitiamo che vengano avvicinati e sfruttati da cartelli» spiegano gli organizzatori. Ma un servizio dell’emittente tv destrorsa Fox News, proprio su questa iniziativa, ha scatenato la rabbia di Trump, il quale dichiara che non lascerà entrare la carovana negli Stati uniti e minaccia di ridurre gli aiuti all’Honduras, da cui proviene la maggior parte del gruppo.

Come se non bastasse, il presidente Usa ha detto che questa iniziativa mette in pericolo il Nafta, l’accordo di libero scambio tra Stati uniti, Messico e Canada, e quindi intende inviare militari statunitensi a guardia del confine messicano in attesa che venga costruito il muro promesso, che resta comunque l’obiettivo finale.

Trump ha aggiunto di averne già parlato con il Segretario della Difesa, il generale James Mattis: «Fino a quando non avremo il muro, proteggeremo il nostro confine con i militari. È un grande passo. Non lo avevamo fatto prima», ha tuonato Trump, anche se c’è il precedente di George W. Bush che nel 2006, con una mossa da 1 miliardo e 200 milioni di dollari, schierò 6000 soldati della Guardia nazionale .

Intanto sono emerse le nuove direttive del dipartimento di Giustizia che vuole imporre ai giudici un sistema di quote per accelerare espulsioni e rimpatri forzati; stando al Washington Post, viene chiesto ai giudici, per ricevere l’approvazione sul proprio operato, di risolvere almeno 700 casi l’anno, sempre nello sforzo di mantenere i confini il più possibile chiusi.

L’ambasciatore messicano a Washington a questo punto ha chiesto chiarimenti, ma l’addetta stampa della Casa bianca, Sarah Huckabee Sanders, non ha specificato quanti uomini saranno inviati e quando. Non è la prima volta che Trump minaccia di usare l’esercito per sorvegliare il confine, e secondo le associazioni per i diritti dei migranti l’annuncio sarebbe piú che altro uno stratagemma politico.

Il problema è che «The Donald» è stato criticato dai sostenitori ultra conservatori per aver firmato una finanziaria da trilioni di dollari che non comprende i finanziamenti per il muro con il Messico. Questo spiegherebbe l’ennesima giravolta anche sul Daca, il programma di protezione per chi è arrivato negli Usa da bambino con genitori “illegali”; secondo Trump «alle pattuglie di confine non è possibile svolgere correttamente il proprio lavoro per colpa di ridicole leggi liberali dei Democratici» e «il Daca è morto perché ai democratici non interessava e ora tutti vogliono salire sul carro del Daca. Non funziona così».

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