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Merkel striglia i governatori: «Altrimenti decido io»

Merkel striglia i governatori: «Altrimenti decido io»Angela Merkel – Ap

Germania La cancelliera minaccia di avocare a sé ogni futura scelta sul contenimento della pandemia «se d’ora in poi i Land non prenderanno misure adeguate»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 30 marzo 2021

«Non resterò a guardare mentre abbiamo 100 mila infettati al giorno. Alcuni Land hanno adottato le misure anti-contagio in maniera molto seria, altri purtroppo no». La settimana dopo il mea culpa per il superlockdown pasquale, Angela Merkel compare alla tv pubblica per strigliare i governatori “aperturisti” e minacciare di avocare a sé ogni futura decisione sul contenimento della pandemia «se d’ora in poi i Land non prenderanno misure adeguate». Stavolta la cancelliera fa sul serio, ed è davvero pronta a imporre ai tedeschi il divieto di uscire di casa qualora l’indice di contagio rimanesse sopra il livello di guardia.

Colpa del federalismo istituzionale che ha impedito di adottare norme omogenee in tutta la Germania e soprattutto delle continue beghe fra i premier regionali, in disaccordo perfino all’interno dello stesso partito. Ma pesa come un macigno anche il macroscopico fallimento del piano-vaccinazione: ieri risultavano immunizzati appena 8.994.965 tedeschi (10,8% della popolazione, dato inferiore alla media Ue) di cui solo il 4,7% ha ricevuto la seconda dose di farmaco.

Troppo poco per rispettare la promessa di Merkel di vaccinare tutti entro settembre. Ancora meno per immaginare di riaprire gradualmente le attività commerciali che, anzi, a Berlino da domani subiranno un ulteriore giro di vite. Il sindaco Michael Müller (Spd) ha imposto l’obbligo di indossare le mascherine Ffpp2 ed esibire l’esito del test-rapido fatto in giornata per chiunque si rechi nei negozi «non di prima necessità», utilizzi il trasporto pubblico o frequenti musei e biblioteche

Attualmente a Berlino risultano attivati 15 maxi-centri per i tamponi-rapidi gratuiti finanziati dal governo federale. Ma a fianco alle strutture pubbliche – come l’ex aeroporto di Tempelhof, il Poststadion di Mitte e la Kurt-Weiss-Sporthalle di Charlottenburg – sono operative anche un centinaio di “stazioni di vaccinazione” allestite negli ambulatori medici e nelle farmacie. In più da ieri sono disponibili i kit “fai-da-te” per i test offerti all’ingresso dei supermercati Lidl, Aldi, Rewe ed Edeka.

Una decisa svolta nella lotta al contagio, incapace però di spegnere la fobia dei berlinesi per AstraZeneca, alimentata dallo stop and go del ministro della Sanità, Jens Spahn.

Secondo il Tagesspiegel su un milione di codici di vaccinazione spediti da dicembre a marzo solo 362.711 convocati si sono presentati negli hub dedicati alla somministrazione del farmaco anglo-svedese. Gli altri 630mila, tra cui un rilevante numero di poliziotti e insegnanti, non si sono fatti vedere.

In parallelo aumenta la pressione del Municipio Rosso per l’home-office. Ai datori di lavoro è stato ordinato di limitare al massimo fino al 50% la compresenza nello stesso luogo, e di fornire gratis ai dipendenti il test-rapido antigenico oppure l’auto-tampone due volte alla settimana. Vale anche per tribunali, penitenziari e uffici della pubblica amministrazione, mentre per le riunioni di partito, del Bundestag e del governo basterà il certificato di negatività.

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