Merkel, accordo con Tunisia ed Egitto contro i migranti
Europa In tutto 750 milioni di euro per fermare le partenze. Ma niente campi come in Turchia
Europa In tutto 750 milioni di euro per fermare le partenze. Ma niente campi come in Turchia
Alla fine Angela Merkel ce l’ha fatta e presto potrà presentarsi agli elettori tedeschi vantando due nuovi accordi utili a fermare l’arrivo dei migranti in Europa, ma soprattutto a rimpatriare quelli irregolari che già si trovano in Germania. Al termine di un viaggio di due giorni durante i quali si è recata in Egitto e Tunisia, la cancelliera porta infatti a casa un’intesa con i due paesi nordafricani che inseguiva dall’estate dello scorso anno. In cambio di aiuti da destinare allo sviluppo economico e al sostegno delle piccole e medie imprese (250 milioni di dollari alla Tunisia e 500 all’Egitto) Tunisi e il Cairo si impegnano a rafforzare i controlli delle proprie frontiere e a riprendere i propri cittadini entrati irregolarmente in Europa.
Solo due giorni fa, anticipando i contenuti del piano sull’immigrazione che verrà discusso nel vertice dei capi di stato e di governo della prossima settimana, la Commissione europea sottolineava l’importanza di sottoscrivere accordi bilaterali con i paesi più interessati dai flussi migratori, Come già successo però con l’accordo sui migranti siglato con la Turchia, del quale proprio la cancelliera stata unica protagonista, mentre a Bruxelles si parlava la Merkel stava già trattando con il presidente egiziano al-Sisi.
Più ancora della Tunisia, per l’Europa l’Egitto è un partner fondamentale e, cosa importante, sa di esserlo. Al punto che l’estate scorsa il presidente al-Sisi ha chiesto un miliardo di euro in aiuti in cambio di una maggiore collaborazione nel fermare i cinque milioni di profughi che si trovano nel paese. E un’ulteriore conferma del ruolo che il Cairo potrebbe svolgere si intuisce anche da quanto è scritto nella relazione annuale dei servizi segreti italiani presentata al parlamento il 27 febbraio scorso, e nella quale si sottolinea appunto come negli ultimi mesi sia stato rilevato «un sostenuto ritmo» delle partenze dai porti egiziani, «anche per l’attivismo delle locali filiere criminali e malgrado i maggiori costi dovuti al tragitto più lungo» rispetto alla ’tradizionale’ rotta dalla Libia. In base all’accordo raggiunto, oltre al sostengo economico Berlino si è impegnata a fornire all’Egitto anche assistenza tecnologica per il controllo dei confini.
Un discorso a parte è invece quello che riguarda la Tunisia, che Berlino ha accusato di non aver collaborato nel rimpatriare subito Anis Amri, il terrorista protagonista della strage al mercatino di Natale di Berlino. L’accordo raggiunto con il presidente Beji Caid Essebsi prevede che in futuro alle richieste da parte della Germania sull’identità dei richiedenti asilo tunisini verrà data risposta entro un massimo di 30 giorni, grazie anche a un sistema di registrazione che verrà realizzato con l’aiuto tedesco. Inoltre Tunisi accetterà il rimpatrio dei tunisini presenti in Germania in maniera irregolare. Non si tratta di grandi numeri, 1.500 persone al massimo. «Invieremo degli agenti per appurare se si tratta di tunisini o di persone di altra nazionalità», ha detto il capo dello Stato tunisino.
Niente da fare, invece, per quanto riguarda la possibilità di aprire anche in Tunisia ed Egitto campi profughi come quelli già esistenti in Turchia. Per la Merkel si trattava di un punto importante al quale però ha dovuto rinunciare perché nessuno dei due paesi ha accettato di farsi carico di un simile impegno.
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