Meloni oggi da Macron all’Eliseo. Sul piatto Expo, Tav, Patto di stabilità
Europa Incontro obbligato in vista delle prossime scadenze. La premier chiederà una mano per ottenere dalla Ue l’ok alla riscrittura del Pnrr
Europa Incontro obbligato in vista delle prossime scadenze. La premier chiederà una mano per ottenere dalla Ue l’ok alla riscrittura del Pnrr
L’incontro all’Eliseo tra Macron e Meloni, oggi probabilmente nel pomeriggio, stavolta è letteralmente obbligato. La premier italiana sarebbe comunque volata a Parigi per la riunione del Bie, il Bureau che decide sulle grandi esposizioni universali e dunque anche sull’Expo 2030 in ballo tra Roma, la sudcoreana Busan e Riad.
La decisione in realtà verrà presa solo il 28 novembre ma l’appuntamento di oggi è considerato molto importante se non dirimente, tanto che l’erede al trono saudita Bin Salman è nella capitale francese già da giorni e la delegazione della Corea del Sud pure. In una situazione simile se non ci fosse stato in calendario anche l’incontro del presidente francese con la premier italiana, oltre che con i sauditi e i sudcoreani, sarebbe stato di per sé un fatto politico di prima grandezza, anzi un incidente diplomatico in piena regola.
Ma i dossier sul tavolo dei due leader europei sono talmente tanti che non si tratterà di un convenevole e neppure solo di una chiacchierata concentrata su sul tema pur importante di Expo 2030. Dietro l’angolo c’è il Consiglio europeo del 29 e 30 giugno, dove inevitabilmente si parlerà di immigrazione anche se quel capitolo incandescente dovrebbe essere più seriamente affrontato in luglio e c’è, l’11 e il 12 luglio, il vertice Nato di Vilnius sui nuovi sostegni a Kiev. Ma c’è anche il nodo Tav, con i rischi di rallentamento da parte della Francia in base a un rapporto dell’organismo che Oltralpe si occupa di infrastrutture, il Coi, e che suggerisce di rinviare al 2045 il completamento della tratta francese. Il governo di Parigi assicura che non ci saranno rinvii ma il tema è sul tappeto.
Ma soprattutto, giocoforza, Macron e Meloni parleranno del nuovo Patto di stabilità. Mancano sei mesi all’ora X e sono pochi. La Germania non molla, chiede di irrigidire le nuove regole proposte dalla Commissione. Roma e Parigi hanno lo stesso interesse, opposto: allargare ulteriormente maglie già troppo strette.
Su almeno due punti chiave, dunque, Macron e Meloni sono condannati ad andare d’accordo: la partita tunisina, che minaccia la Francia quanto e più dell’Italia e i nuovi trattati. È quasi inevitabile, di conseguenza, che l’italiana colga l’occasione favorevole per chiedere una mano sulla nota più dolente: il Pnrr e la necessità di un semaforo verde europeo per riscriverlo quasi per intero.
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