Politica

Meloni e Salvini contro le piazze. I giallorossi: «Imparino la democrazia»

Meloni e Salvini contro le piazze. I giallorossi: «Imparino la democrazia»Giorgia Meloni e Matteo Salvini – LaPresse

La protesta La premier: «Sciopero indetto prima della manovra». Il leghista parla di flop. Schlein e Conte non vanno per «non politicizzare». Scontro tra le due leader sull'invito a Atreju: «Bertinotti non temeva il dialogo». «Scappa sul salario minimo»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 novembre 2023

I Meloni, come da copione, finge di voler tenere i toni bassi. Prima dice di avere «rispetto per gli scioperi», poi ridimensiona la precettazione a «atto dovuto da parte del governo dopo la pronuncia del garante». Infine affonda: «Lo sciopero è stato lanciato contro la manovra praticamente in estate quando io neanche avevo cominciato a pensarla, quindi non posso dire che sia dovuto a nostri oggettivi errori…».

SALVINI PER TUTTA la giornata fa uscire veline attribuibili a «fonti Lega» che parlano di «poche adesioni allo sciopero, in particolare nel settore trasporti». «Si tratta di uno schiaffo per Maurizio Landini. È un successo del vicepremier Salvini che ha tutelato il diritto alla mobilitazione di una esigua minoranza senza danneggiare milioni di italiani». Una contraddizione in termini: se davvero fossero stati quattro gatti, che bisogno c’era di andare allo scontro a muso duro? «Scarsa partecipazione, una vittoria del buon senso», le sue parole.

SUL FRONTE DELLE OPPOSIZIONI si registra l’assenza nelle piazze sia di Elly Schlein che di Giuseppe Conte. Con una differenza non da poco: il Pd ha mandato in piazza del Popolo una delegazione con alcuni big, tra cui Marta Bonafoni, Marco Furfaro, Nicola Zingaretti e la responsabile Salute Marina Sereni. Per i 5 stelle invece nessun dirigente di peso.

Dagli staff dei due leader di Pd e 5S arriva un messaggio simile: «piena condivisione» delle ragioni della mobilitazione e «pieno sostegno» ai sindacati nella disputa con Salvini sul diritto di sciopero. Ma i due segretari sono rimasti lontani dalle piazze per «non politicizzare» le manifestazioni di Cgil e Uil, per rispetto dell’autonomia del sindacato e anche per non offrire alle destre l’argomento che fosse uno sciopero più politico che sindacale.

IL DEM FURFARO GUARDA piazza del Popolo di nuovo piena dopo solo sei giorni dalla manifestazione Pd e affonda: «È uno schiaffo politico a Salvini che ha accostato la parola capriccio al diritto di sciopero». E ancora: «Qui ci sono persone in carne ed ossa che hanno scelto di rinunciare a un giorno di paga per manifestare il loro dissenso alla legge di bilancio ed esercitare un diritto. Questa si chiama democrazia. Salvini impari la lezione».

Arturo Scotto rincara: «C’è un disagio profondo nei confronti della politica economica del governo. Negarlo come fanno Meloni e Salvini significa vivere sulla luna. Non vedono che sui salari, sulle pensioni, sul welfare si sta aprendo una frattura enorme con tanta parte della società italiana. Possono precettare uno sciopero, ma non possono precettare la forza della democrazia».

A Firenze manifesta il governatore Eugenio Giani, a Pesaro il sindaco Matteo Ricci: «Stiamo vivendo giorni gravi per la democrazia del nostro Paese, con un ministro che prova a impedire il sacrosanto diritto allo sciopero». Sereni prova a chiudere la querelle sui finanziamenti alla sanità: «Alla fine Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di bilancio hanno stabilito che le risorse per la sanità sono insufficienti. Spero che non accusino anche loro di strumentalizzazione».

A ROMA PER I 5S C’È il capogruppo in commissione Cultura Antonio Caso: «Sono con gli studenti che stanno manifestando contro un governo che continua a mortificare e a mettere in serio pericolo il diritto allo studio».

Nicola Fratoianni non ha dubbi: «Questa bellissima piazza è una risposta doppia: a una manovra inadeguata che aggrava le diseguaglianze e non risponde all’emergenza salariale, e all’indecente attacco al diritto di sciopero messo in campo dal governo in maniera inaudita in queste settimane». Angelo Bonelli aggiunge: «Salvini ha messo la lama nella carne viva della democrazia: ha voluto nascondere le malefatte della manovra mettendo il bavaglio ai lavoratori».

MELONI E SCHLEIN si scontrano anche sull’invito alla festa di Fdi Atreju, declinato dalla leader Pd. «C’era un tempo in cui Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare con qualcuno che era molto distante da lui. Prendo atto che le cose sono cambiate», la stoccata della premier. La replica dem: «Meloni vuole sfilare al parlamento la discussione sul salario minimi: è lì che vi aspettiamo per votarlo, se ne avete il coraggio».

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