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Medio Oriente narco: sequestrate in Iraq 250mila pastiglie di captagon

Medio Oriente narco: sequestrate in Iraq 250mila pastiglie di captagonLe pillole di Captagon sequestrate – Ministero degli Interni iracheno

Iraq Produzione e consumo in costante aumento. Da anni ormai la «centrale» di diffusione è la Siria devastata dalla guerra

Pubblicato più di un anno faEdizione del 29 giugno 2023

Ieri in Iraq è stato sequestro record: ben 250mila pastiglie di captagon, uno psicostimolante sintetico a base di anfetamina o metanfetamina sintetizzato nel 1961 dalla tedesca Degussa AG (gruppo Evonik) e diventato illegale nel 1986. La polizia le ha rinvenute in una scuola in fase di ristrutturazione nella città di Ramadi (provincia di Al Anbar), a circa 120 km a est della capitale Baghdad, verso il confine con la Siria. Dove ha messo le mani anche su un chilo di hashish.

Non è invece chiaro se siano avvenuti arresti: le autorità si sono limitate a dire che stanno cercando i responsabili. Negli ultimi anni, dopo essersi propagato nell’intero Medio Oriente fino ai Paesi del Golfo, il captagon si è diffuso prepotentemente anche in Iraq. Alimentando il consumo interno di queste pillole psicostimolanti, come ha confermato questo mese all’agenzia stampa Associated Press Arshad al-Hakim, il portavoce dei servizi di sicurezza.

Che ha poi aggiunto: gli stupefacenti entrano nel Paese grazie alle «violazioni della sicurezza» lungo il poroso confine di 600 km tra Iraq e Siria. Problematica affrontata dai ministri degli Esteri dei due Paesi, Fuad Hussein e Faisal Mekdad, in una riunione avvenuta a Baghdad a inizio giugno.

Per cercare di limitare i traffici e ridurre l’offerta, nel 2019 l’Iraq ha attivato la sua prima e nuova unità antidroga, che afferisce al ministero dell’Interno. I sequestri avvenuti da allora sono vari, come anche gli arresti. Il 13 giugno le forze di sicurezza avevano ad esempio sequestrato 44mila compresse di captagon nella provincia settentrionale di Ninive, ai margini del Kurdistan iracheno, arrestando un trafficante (venti quelli catturati in tutto il Paese in quei giorni in diverse operazioni). Per le autorità, ancora una volta, quelle pastiglie erano destinate al mercato interno.

Altro sequestro pochi mesi prima, a marzo: tre milioni di pillole captagon, anche stavolta nei pressi della Siria, al valico di frontiera di al-Qaim. Proprio quel mese Stati uniti, Unione europea e Gran Bretagna hanno imposto sanzioni a 25 persone e otto aziende legate al governo di al-Assad per coinvolgimento nel traffico di droga.

Si tratta di diversi cugini del presidente siriano (a partire da Wasim Badi al-Assad e Samer Kamal al-Assad, ma anche quello di terzo grado Mudar Rifaat al-Assad), uomini d’affari con stretti legami con il clan Assad, soggetti associati all’esercito e all’intelligence militare, nonché leader e membri di milizie affiliate al regime.

Non è ormai un mistero che la Siria, uscita devastata e impoverita dalla guerra iniziata nel 2011, si sia rapidamente trasformata in un narco-Stato in grado di ottenere miliardi di dollari dalla produzione e dal traffico di captagon. Prima della guerra aveva la più sviluppata industria farmaceutica del Medio Oriente.

Lo scorso maggio quando la Siria è stato riaccolta nella Lega araba, il governo di al-Assad ha accettato di arginare il traffico di droga lungo i suoi confini con Giordania e Iraq. Il 1° luglio 2020, i media di mezzo mondo avevano ripreso la notizia del più grande sequestro di amfetamine avvenuto fino ad allora in un sol colpo a livello mondiale. A metterlo a segno nel porto di Salerno, il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza.

Tre container con cilindri di carta a uso industriale e parti di motore, che nascondevano al loro interno ben 84 milioni di pasticche di captagon. Sulla base delle bolle di accompagnamento, quel carico era partito da Latakia, città portuale siriana situata nell’area dove vive la minoranza alawita alla quale appartiene anche il clan Assad, originario proprio di quella zona rimasta sempre sotto il controllo governativo. In quel porto è inoltre presente una grande base militare navale russa, molto strategica in quanto unico sbocco sul Mediterraneo delle forze armate del Cremlino.

A metà giugno 2020, sempre nel porto di Salerno, ancora il Gico della Finanza aveva intercettato oltre un milione di pasticche di captagon e 2,9 tonnellate di hashish provenienti dallo scalo di Latakia.

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