Con le misure Covid del primo dl del governo Meloni si misura la distanza tra le promesse fatte quando si è opposizione e la loro messa in pratica. Innanzitutto la soddisfazione della premier: «È un decreto legge molto importante, quasi simbolico» con la mission di marcare «la discontinuità. Avremo un approccio non ideologico ma scientifico, serio». Restano le mascherine obbligatorie negli ospedali e nelle Rsa (dopo l’intervento del Quirinale) ma tornano i medici No vax a dare una mano nelle corsie d’ospedale: «Questo ci consente di prendere 4mila persone e rimetterle al lavoro» la dichiarazione di Meloni.

Però ieri polemiche e attacchi non si sono fermati. Ad esempio il dl non è piaciuto all’infettivologo Matteo Bassetti, che pure si era proposto come ministro della Salute del nuovo governo: «Ci sono state decisioni sbagliate ma aver detto che è stato tutto sbagliato, tutto ideologico, ivi compresa la politica vaccinale, che invece è un fiore all’occhiello del nostro Paese, è un errore clamoroso. Uno schiaffo pensante al 95% degli italiani che si sono vaccinati. Ed al 99,3% dei medici italiani che si sono vaccinati. Il modo peggiore in cui si potesse cominciare».

È toccato al sottosegretario di FdI Marcello Gemmato provare a disinnescare la polemica: «Tengo a chiarire che il governo Meloni ha parlato di “approccio ideologico” non in riferimento ai vaccini, ma alla gestione globale della pandemia». Una dichiarazione che suona come un tentativo di cancellare l’etichetta di No vax friendly conquistata da Fratelli d’Italia sul campo e che ha dato i suoi frutti nelle urne. Ancora da FdI è stato Fabio Rampelli ha rivendicare: «Anche per la questione del reintegro dei medici non vaccinati il sistema sanitario si trova in uno stato di carenza di personale. Abbiamo un deficit pesantissimo, abbiamo anticipato di 60 giorni un reintegro già previsto».

La realtà però è differente. «La valutazione del rischio e dunque il reparto di reintegro dei medici e sanitari non vaccinati è demandata ai direttori sanitari e anche le Regioni possono emanare provvedimenti. In Puglia una legge regionale già stabilisce che i sanitari non vaccinati non possono essere impiegati nei reparti più a rischio»: la spiegazione arriva dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli. Che aggiunge: «I sanitari non vaccinati sono in larga parte libero professionisti e l’incidenza sull’assistenza ospedaliera è dunque relativa».

Altrettanto esplicito il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio: «Un decreto che dice che fino ad oggi abbiamo scherzato sulla base di una carenza di medici quando i No vax sono poche centinaia, non ci sembra geniale. Il dato fornito di circa 4mila No vax comprende anche odontoiatri e medici di medicina generale».

Malumori anche in Forza Italia. Ieri si è fatto sentire un big come Maurizio Gasparri: «Sinceramente i medici No vax, a parte chi avesse delle incompatibilità accertate, mi lasciano perplesso. È come se un militare fosse per il disarmo». A fare rumore è stata l’intervista di Licia Ronzulli a La Stampa. L’ex infermiera e fisioterapista, poi diventata “la zarina di Arcore”, è in guerra con l’ala governista di Tajani e con Meloni, che non l’ha voluta nel governo.

Così sul Covid sta dando battaglia alla sua stessa maggioranza forte della contraddizione in casa Fi (che le misure di Draghi le aveva votate): «Se lo chiede a me – si legge nell’intervista – chi è No vax non dovrebbe operare in campo sanitario». Il provvedimento ovviamente non piace alle opposizioni. Il dem Martella: «Davvero parlare alla pancia dei No vax e mostrare i muscoli, mettendo mano al Codice Penale, erano le mosse indispensabili adesso?».