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McCarthy «conquista» 15 estremisti. Ma la Camera ormai è nel caos

McCarthy «conquista» 15 estremisti. Ma la Camera ormai è nel caosKevin McCarthy – Ap

Stati uniti Quarto giorno di votazioni per eleggere lo speaker: i deputati repubblicani ribelli non lavorano per il partito ma per la propria ribalta politica

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 7 gennaio 2023

Kevin McCarthy non è ancora, e potrebbe non essere mai, lo speaker della Camera Usa. Ieri ha affrontato il suo quarto giorno di purgatorio, perdendo un voto dopo l’altro. Al momento siamo a quota 13. Nella serata di ieri, nel corso del 13esimo voto, McCarthy con una serie di concessioni che praticamente annullano il ruolo dello speaker è riuscito a conquistare 15 dei 20 deputati estremisti che hanno sinora fatto naufragare la sua candidatura, ma gliene serve ancora uno per raggiungere il traguardo.

IL DEPUTATO della California potrebbe essere eletto o meno, ma ormai non è più questa la questione principale. «Stiamo facendo ottimi progressi nelle negoziazioni», ha insistito parlando con i giornalisti, e se c’erano ancora dubbi su quanto McCarthy desideri quella carica, con questa affermazione ha chiarito di essere disposto a fare qualsiasi concessione ai venti repubblicani più destrorsi della Camera, pur di portare a buon fine la sua scalata al ruolo sinora ricoperto da Nancy Pelosi.

Tutto quello che si è visto in questi quattro giorni affonda le radici in ciò che è accaduto due anni fa con l’assalto al Campidoglio, e porta alla luce senza più dubbi anche gli effetti del trumpismo sul partito repubblicano. I deputati che si stanno opponendo all’elezione di McCarthy non hanno un piano alternativo, delle vere richieste da vedere soddisfatte, ma stanno usando quella che è una normale prassi burocratica come un’opportunità di autopromozione politica.

I deputati di estrema destra sono alla ricerca di visibilità, non stanno lavorando per il Paese, per il partito o per la propria corrente, ma solo per se stessi, dimostrando di avere bene assimilato la lezione di Trump, che di questa ricerca dei riflettori ha fatto la sua cifra politica distintiva, sollevando polveroni, causando il caos.

NON C’È BISOGNO di conoscere l’esito finale per sapere cosa porterà questo pasticcio: una Camera in stallo, schiava di una minoranza di fanatici galvanizzati dalla ribalta, incoraggiata da una maggioranza di repubblicani accomodanti che, come lo stesso McCarthy, sono disponibili a un compromesso dopo l’altro con gli estremisti, senza mai soddisfarli.

Una Camera in cui anche le più basilari funzioni di governo saranno difficili da svolgere in presenza di un Gop senza direzione, e con un potere che non è in grado di esercitare.
Intanto fuori dal Congresso gli addetti alla sicurezza si sono preparati per le manifestazioni autorizzate, e la polizia del Campidoglio ha attivato l’unità per il disturbo civile.
Misure di sicurezza presentate come «un’abbondanza di cautela», ma che riflettono quello che è diventato il protocollo standard per la polizi

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