«Il presidente zambiano ha detto a Strasburgo che serve l’apertura di canali formali per arrestare il problema dei migranti alla fonte lavorando insieme, nella convinzione che “non sia salutare respingere le persone sulle navi una volta che hanno avuto accesso nei vostri paesi mentre è possibile evitare questo in anticipo, in modo proattivo”. Io sottoscrivo queste parole», ha detto ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella, durante la visita in Zambia con il presidente Hakainde Hichilema.

In effetti l’Italia non respinge i migranti, anche perché è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel caso Hirsi Jamaa. Negli ultimi cinque anni, però, ha implementato il memorandum italo-libico con l’obiettivo di finanziare i centri di prigionia e le milizie della sedicente «guardia costiera» di Tripoli affinché evitassero le partenze o intercettassero in mare quelli riusciti a imbarcarsi.

Organizzazioni come Asgi, Sea-Watch, Mediterranea e Medici senza frontiere parlano di «respingimenti per procura» perché, oltre al sostegno economico degli attori che li praticano, si basano anche sulla condivisione di informazioni necessarie a individuare i barconi, soprattutto attraverso gli assetti e i droni di Frontex.

Il presidente della Repubblica ha affrontato la questione delle migrazioni internazionali anche dal punto di vista dei paesi di partenza. «Superare l’eredità coloniale non è stato certo facile. La spoliazione dell’Africa è passata addirittura attraverso la tratta degli schiavi oltre che con lo sfruttamento delle risorse naturali – ha detto Mattarella parlando all’Assemblea nazionale dello Zambia – Oggi rischiamo un nuovo impoverimento, rappresentato dall’emigrazione disordinata e irregolare verso Occidente di tante energie giovanili che sarebbero utili allo sviluppo del continente».

Attenzione anche sui fattori alla base di molti movimenti migratori: crisi internazionali, pandemia, cambiamento climatico e adesso le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa. Un mix di elementi che può accentuare nuove spinte migratorie. Le proposte avanzate dal presidente: accordi formali per la circolazione delle persone tra i diversi paesi e dunque canali legali di accesso, che al momento non esistono o sono estremamente residuali.