Mattarella: «Accoglienza e solidarietà sono alla base della Costituzione»
Migranti Il Capo dello Stato: «La nostra è una storia di emigrazione e immigrazione, per l'oggi valga l'esempio di quanto fatto a Milano negli anni Sessanta con chi arrivava dal mezzogiorno: alfabetizzazione e integrazione»
Migranti Il Capo dello Stato: «La nostra è una storia di emigrazione e immigrazione, per l'oggi valga l'esempio di quanto fatto a Milano negli anni Sessanta con chi arrivava dal mezzogiorno: alfabetizzazione e integrazione»
«L’impegno per la coesione sociale, l’accoglienza, il progresso, l’integrazione, il divenire della cittadinanza, è attività permanente». Sergio Mattarella, ospite ieri a Milano dell’associazione Franco Verga (già COI, Centro orientamento immigrati), ringrazia i volontari, «attori di un lavoro prezioso che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà che la Carta costituzionale ha posto alle basi della nostra convivenza, un lavoro per la Repubblica».
Il Capo dello Stato ricorda come «la storia italiana è fatta di emigrazione e di immigrazione». E lo fa in un momento non casuale, e cioè nel giorno in cui parte la prima nave della Marina militare da Lampedusa verso i nuovi centro per migranti in Albania voluti dal governo Meloni. Mattarella sottolinea come Milano sia stata approdo per oltre trecentomila citaliani del sud tra il 1951 e il 1961. «Non senza tensioni, in quella che fu una contrapposizione – che oggi appare incomprensibile – tra nuovi arrivati e antichi residenti e, invece, anche un dialogo fecondo nelle periferie urbane tra vecchi e nuovi milanesi».
«”Milan la ga el cor an man”», dice il presidente, citando un antico detto, per dire della «capacità di integrazione progressiva su cui ha basato anche il proprio sviluppo: la laboriosità dell’immigrazione veneta, l’esodo giuliano-dalmata, l’ondata migratoria dal meridione. Tutti hanno contribuito alla crescita e al progresso della città». Quell’idea di «rendere più coesa la nostra società sostenendo la creazione di valore condiviso, intervenendo sulle disuguaglianze», è ancora valida, dice il presidente. E l’intuizione di Verga, lavorare «per l’integrazione» più che creare un altra iniziativa caritatevole, è quanto mai attuale.
Mattarella cita don Massimo Mapelli, responsabile della Caritas Milano sud, presente in sala all’Ambrosianeum: «”Insegnare la lingua e la cultura italiana, accompagnare i giovani e gli adulti che arrivano sul nostro territorio a divenire cittadini significa costruire insieme la città». Esattamente come succedeva con i «corsi di alfabetizzazione organizzati dal 1964 dal COI» per gli italiani in arrivo dal sud. E oltre ai corsi c’era «il sostegno nelle ricerca della casa e di un lavoro». Lo stesso sforzo che oggi viene fatto da varie associazioni per gli immigrati dall’Ucraina, dai Balcani, da altri continenti «gravati da condizioni insostenibili».
«Bisogna riconoscere la cittadinanza a chi è nato e cresciuto in Italia, non c’è più tempo da aspettare», l’appello di don Mapelli a Mattarella, che solo pochi mesi fa lo ha nominato Cavaliere.
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