Mastella torna a Benevento, trionfa e prende i voti 5Stelle
Comunali Contro il Pd nella città del Sannio l'alleanza elettorale più anomala d'Italia
Comunali Contro il Pd nella città del Sannio l'alleanza elettorale più anomala d'Italia
Per dare le proporzioni della sconfitta del Pd basta guardare dalle parti di Benevento, dove gli elettori hanno premiato uno che proprio nuovo non pretende di essere e che si può tranquillamente sostenere sia alla quinta o sesta vita politica, sebbene nessuno sappia realmente quante siano: Clemente Mastella.
Un nome associato alla I Repubblica come pochi altri. «La rottamazione non va più di moda, andava bene per fottere qualcuno, non certo per creare uno stile nuovo di far politica. E poi ho la stessa età di Hillary Clinton, se lei si candida per fare il presidente Usa io posso anche fare il sindaco di Benevento», aveva raccontato l’ex guardasigilli del Governo Prodi presentando la sua candidatura, che a molti era parsa quantomeno bizzarra, considerata la sua travagliata storia politica e il fatto che la sua prima avventura risalisse al 1976, quando si candidò alla Camera grazie alla sponsorizzazione di De Mita.
Eppure, 40 anni dopo, la «dormiente del Sannio», come viene soprannominata Benevento, città dove le dinamiche politiche sono regolate da legami familiari, trasformismi multipli e antiche amicizie che si fanno e disfano a ogni tornata elettorale, ha scelto non tanto di premiarlo con una vittoria ma di attribuirgli un plebiscito (62,8% contro il 37,1% di Raffaele Del Vecchio).
Miracolo politico? Non solo. Certo Mastella ha giocato perfettamente la sua partita, rimettendo insieme i cocci della strana coppia Udc-Forza Italia, riallacciando i rapporti, dopo anni di incomprensioni, con Ciriaco De Mita, ma sopratutto riuscendo incredibilmente a presentarsi di fronte agli elettori come il nome nuovo, l’uomo della provvidenza che si sacrifica e torna in pista per il bene della comunità e per salvare dal fallimento una città con le casse comunali disastrate e con ancora addosso i segni dell’alluvione dell’ottobre scorso.
Ma osservandola più da vicino la sorprendente vittoria dell’ex ministro prodiano può essere tranquillamente letta anche come una pesante sconfitta del Pd e di quel «sistema De Caro», dal nome del sottosegretario alle Infrastrutture che tutti indicano come «il notabile» di Benevento, che qui ha imperversato negli ultimi 2 mandati. Un gruppo di potere che ha governato male, spesso con arroganza, a volte con manovre più che discutibili e in ogni caso con modesti risultati, a giudicare dalle oltre18mila persone che sono state costrette a rifugiarsi nel voto al re di Ceppaloni.
«Se bisogna votare il mastellismo del Pd, allora meglio l’originale», era una battuta che circolava nei giorni scorsi a Benevento.
Analizzando i flussi elettorali però il dato fondamentale è che mentre il candidato dem Del Vecchio è riuscito nell’ardua impresa di perdere quasi 3mila voti tra il I turno e il ballottaggio, Mastella ne ha conquistati più di 5mila.
In maggioranza arrivati niente di meno che dai 5Stelle, che dopo aver fallito la corsa al ballottaggio pur di dare la spallata all’odiato Pd hanno dato vita alla più irrazionale alleanza elettorale d’italia. Che lo stesso neo sindaco ha evitato di nascondere.
Se non siamo tornati agli anni Ottanta, poco ci manca.
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