Un Protocollo imprese sindacati diede il primo segnale di reazione alla tempesta del Covid all’inizio di aprile del 2020. Ieri mattina un nuovo Protocollo conferma la linea della prudenza nel mondo del lavoro privato rispondendo a chi considera già passata la pandemia.

Era da mesi che Cgil, Cisl e Uil spingevano per aggiornare il vecchio Protocollo, adattandolo alla nuova fase. Ieri mattina le parti sociali sono state convocate in videoconferenza al ministero del Lavoro da Andrea Orlando trovano un accordo che corregge in senso restrittivo l’ultimo decreto del governo.

La mascherina sul posto di lavoro resterà obbligatoria almeno fino a giugno, prolungando la validità del precedente protocollo di sicurezza per il contrasto al Covid.
L’ultimo decreto infatti, se da una parte ha eliminato le mascherine in bar e ristoranti, ne ha confermato l’obbligatorietà in quasi tutti gli altri posti al chiuso, lasciando però alle singole aziende la scelta di allentare o confermare l’obbligo.

Ieri dunque Cgil, Cisl e Uil, Confindustria e le associazioni del mondo datoriale hanno deciso di mantenere l’uso della mascherina negli ambienti di lavoro. L’intesa sarà formalizzata a breve in un verbale ad hoc.
Rimangono anche i comitati provinciali formati da imprese e sindacati per gestire territorialmente specificità e problemi.

Una nuova riunione sarà programmata entro il prossimo 30 giugno «per verificare l’opportunità di apportare i necessari aggiornamenti al testo del Protocollo connessi all’evoluzione» della situazione epidemiologica anche in previsione di sempre possibili ricadute nel prossimo autunno.

«Tutti i presenti – sottolinea il ministero in una nota – hanno rilevato che, nonostante la cessazione dello stato d’emergenza, persistano esigenze di contrasto del diffondersi della pandemia da Covid-19».

Parole che trovano conferma con le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil. «Riteniamo fondamentale che il Protocollo e i comitati continuino a svolgere il loro ruolo essenziale a fronte di una pandemia che non è purtroppo ancora finita», le parole della segretaria della Cgil, Francesca Re David.

«Entro giugno aggiorneremo il protocollo – le fa eco la segretaria della Uil, Ivana Veronese -, ma di certo, per quanto riguarda la Uil, finché ci sarà rischio contagio, ci saranno sia il protocollo nazionale sia quelli che sono stati sottoscritti nei settori e nelle filiere».

«Importante – conclude il segretario della Cisl, Angelo Colombini – l’impegno preso durante l’incontro di rivedere il testo nazionale entro giugno, potendo così avere una visione ancor più aggiornata e reale sulla base dei dati del contagio che si registreranno».

Concorde anche la Confesercenti che chiede però una nota del ministero per «poter fornire alle imprese indicazioni chiare per scongiurare responsabilità in caso di contagi e a tutela dei lavoratori». «Noi – afferma Confesercenti – abbiamo già chiesto ai nostri associati di invitare i dipendenti a usare le mascherine, perché vogliamo garantire massima sicurezza e prevenzione a chi lavora, ma le imprese hanno bisogno di disposizioni univoche sull’effettiva cogenza delle regole».

Silente invece Confindustria che nella prima ondata di Covid aveva avuto più di una sua struttura territoriale – a partire da Confindustria Lombardia, guidata allora da Marco Bonometti – su posizioni quasi negazioniste tramutate nelle pressioni per evitare la zona rossa nel Bergamasco.