Nelle ultime fasi della campagna elettorale che lo contrappone al centrodestra (più Renzi e Calenda) del forzista Vito Bardi, Piero Marrese sta battendo la Basilicata assieme ai leader delle forze che lo sostengono. Ieri è stata la volta di Giuseppe Conte, che ha insistito sul fatto che il presidente della provincia di Matera ed esponente del Partito democratico è il profilo giusto per rilanciare la Regione. Conte e Marrese parlano di una destra che ha lasciato questi territori indietro, che non ha sfruttato l’occasione del Pnrr e ha indebolito («come il governo nazionale», precisa il leader del Movimento 5 Stelle) la sanità. Il leader 5 Stelle ieri ha visitato anche l’ospedale di Val d’Agri, in provincia di Potenza, per toccare con mano i disagi del settore. «Occorre una svolta da realizzare subito, un’inversione di marcia – dice Conte – Speriamo davvero che con la nuova giunta, se fosse quella progressista, con quei progetti che abbiamo costruito con la sanità al centro, di poter dare ai cittadini lucani la possibilità di curarsi qui e bene anziché andar fuori o rinunciare alle cure»

L’impressione è che le diverse parti che compongono la Basilicata non siano state ricucite dalla politica, nonostante i quattrini degli idrocarburi o il grande evento di Matera capitale europea della cultura nel 2019. «Abbiamo iniziato questa campagna elettorale con una battuta: ‘Meglio tardi che Bardi», perché siamo partiti dopo gli altri», spiega Marrese riferendosi alle traversie del campo largo nel trovare prima l’unità e poi il candidato giusto. Poi fa professione di ottimismo: «Ciò nonostante, al primo giorno è cresciuto un entusiasmo travolgente – assicura – Abbiamo svegliato la Basilicata e la vittoria è a un passo»

Ha avuto modo di attraversare queste terre, come le ha trovate?
Ho visto una Regione devastata dalla destra. La sanità è al collasso, il 20% dei lucani decide se curarsi o mangiare, il 28% va fuori regione anche per esami ordinari. Non è stato approvato il Piano sanitario regionale in 5 anni e rischiamo il commissariamento. Ecco, il Piano sarà la prima cosa che farò da presidente.

Considera proprio questo il deficit principale mostrato dal centrodestra di Vito Bardi che ha amministrato la Basilicata fino a oggi?
Certo, sicuramente c’è la sanità come dicevo. Ma se devo proprio indicare dire un tratto problematico parlerei del completo menefreghismo nei confronti di una Regione che è prima in Italia per migrazione interna. In fondo questo qui è l’unico, triste primato della giunta Bardi.

È stato un processo laborioso, ma qui siete in coalizione con il Movimento 5 Stelle, come dimostra questa sua giornata trascorsa accanto a Giuseppe Conte. È un dato in controtendenza rispetto alle polemiche che imperversano nel cosiddetto campo largo a livello nazionale…
Le elezioni riguardano i lucani e solo i lucani. Non mi piacciono le definizioni politiciste. Abbiamo costruito una coalizione coesa e unita, a differenza dei transfughi e dei trasformisti che nel campo di Bardi abbondano.

Lei nei comizi di questi giorni non manca di accusare Bardi per aver detto sì all’autonomia differenziata. Pensa che questo fattore mobiliterà gli elettori?
Ne sono sicuro. I lucani hanno capito che l’autonomia differenziata è un colpo mortale al futuro della nostra terra. La sanità, le scuole, l’uso delle risorse per investimento, tutto subirà tagli fortissimi, e l’effetto sarà di una regione sempre più spopolata.

Proprio in queste fasi di chiusura è venuto fuori che, di concerto, il governo nazionale di Meloni e la giunta di Bardi lavorano per estendere la produzione di idrocarburi in Basilicata. Cosa non va in questa scelta?
Dobbiamo procedere rapidamente verso la transizione ecologica. Noi siamo per la riconversione dei siti produttivi e a difesa dei livelli occupazionali. Un’altra Basilicata è possibile. La transizione non deve essere pagata al prezzo di lavoratori senza un futuro, ma indietro non si torna. Dobbiamo usare le royalties per dare un nuovo sviluppo sostenibile alla Basilicata. Cioè tutto quello che la filosofia di Bardi non ha fatto.