Rinvio a giudizio per Marine Le Pen e altre 26 persone nell’ambito di un’inchiesta sullo storno di fondi pubblici europei tra il 2004 e il 2016, quando Le Pen era parlamentare a Strasburgo. Dovranno comparire davanti al tribunale penale di Parigi per rispondere delle accuse di appropriazione indebita dei fondi. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero assunto finti assistenti che avrebbero dovuto lavorare nelle sedi dell’Unione europea a Bruxelles e Strasburgo mentre in realtà lavoravano per il partito, allora Front National, in Francia. Il processo è previsto fra ottobre e novembre 2024, cioè dopo le prossime elezioni europee che si svolgeranno tra giovedì 6 e domenica 9 giugno 2024, mentre l’udienza preliminare è stata fissata per il 27 marzo.

Marine Le Pen «non ha commesso alcuna infrazione o irregolarità, contestiamo le accuse mosse contro i nostri deputati europei e contro i nostri assistenti parlamentari», ripete il suo partito, il Rassemblement National, mentre Rodolphe Bosselut, avvocato della leader dell’estrema destra francese, afferma che «purtroppo questa decisione non è una sorpresa».Insieme a Marine Le Pen sono stati tra gli altri rinviati a giudizio l’ex presidente del Front National Jean-Marie Le Pen (padre di Marine) il sindaco di Perpignan Louis Aliot, il deputato (ora Reconquête) Nicolas Bay, l’ex tesoriere del partito Wallerand de Saint-Just e l’ex numero due del partito Bruno Gollnisch.

Il danno stimato per il parlamento europeo è di 6,8 milioni di euro: una cifra che in parte è già stata recuperata con il prelievo dagli stipendi degli eurodeputati. Marine Le Pen ha pagato a luglio scorso circa 300mila euro.