Manovra, il Piano strutturale di bilancio slitta a ottobre
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti – Foto Ansa
Economia

Manovra, il Piano strutturale di bilancio slitta a ottobre

Legge di Bilancio Manovra, il Piano strutturale di bilancio slitta a ottobre.
Pubblicato 2 mesi faEdizione del 12 settembre 2024

Il Piano strutturale di bilancio – il documento previsto dal nuovo patto di stabilità europeo – verrà discusso nel Consiglio dei ministri di martedì 17 settembre ma il testo approderà all’esame del Parlamento solo la prima settimana di ottobre, dopo la rilevazione dell’Istat sui conti economici nazionali del 2023 che potrebbe contenere dati capaci di incidere sulla revisione della stima del Pil. La scadenza – non vincolante – per l’invio del testo era stata fissata dalla Ue al 20 settembre. Dunque la consegna del documento finale a Bruxelles potrebbe slittare di un paio di settimane. Lo ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani spiegando la scelta per consentire al Parlamento «un dibattito non forzato, non compresso». Le opposizioni fanno notare però notare che il governo è in ritardo sul documento propedeutico a realizzare la prossima legge di bilancio. «Sono in ritardo, ma ricordo al ministro Giorgetti che l’Istat trasmette sempre i dati dopo il 20 settembre, non è una novità», incalza il capogruppo dei senatori Pd Francesco Boccia.

L’obiettivo principale del Psb è definire la spesa netta, coerente con le nuove regole per il rientro dal deficit eccessivo da realizzare attraverso un programma di rientro di 4 anni, estendibile in alcuni casi fino a 7. Il governo italiano, ha anticipato Bloomberg nei giorni scorsi, punterebbe a portare il deficit al 2,9% entro il 2026 per garantire al paese di arrivare appena al sotto del tetto richiesto dalle regole fiscali Ue.

La manovra, si parla di un documento poco superiore ai 25 miliardi di euro, dovrebbe prevedere soprattutto la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo per i redditi fino a 35mila euro. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche quella di estenderlo ai redditi fino a 50-60mila euro. Ma le risorse sono limitate. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha avviato un primo giro di tavolo con i partiti del centrodestra sulla manovra. Il governo sarebbe alla ricerca di 13,7 miliardi, ma solo nei prossimi giorni si stringerà nel merito. La novità del giorno sarebbe l’idea di Giorgetti di utilizzare il quoziente familiare per le detrazioni per favorire le famiglie con figli: costerebbe tra 5 e 6 miliardi, cifra molto alta che potrebbe scendere eliminando alcune detrazioni per coloro che non hanno figli. L’idea sarebbe dunque di prevedere per le famiglie numerose maggiori rimborsi delle spese sostenute per istruzione, sport, abbonamenti ai mezzi pubblici, sanità dei figli, bilanciandoli con una minore possibilità di detrarre per single e coppie senza figli.

Il vice premier Matteo Salvini vede come priorità l’ampliamento dell’area della flat taxincrementale, finora fissato al 15% per i soli lavoratori autonomi a 85 mila euro.

Altro tema caldo negli ultimi giorni è l’ipotesi di trattenere al lavoro fino a 70 anni i dipendenti della Pa che scelgono volontariamente di non uscire a 67, ed utilizzarli come tutor per i nuovi assunti. Difficile, dunque, che la manovra possa contemplare finestre di uscita anticipata dal lavoro come chiesto da più parti nel centrodestra.

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