Economia

Manovra, baruffe sul Jobs Act e legge Richetti

Manovra, baruffe sul Jobs Act e legge Richetti

Seimila emendamenti alla Camera La proposta sui licenziamenti di Damiano, dopo l'ok in Commissione Lavoro, potrebbe finire nel mirino dei renziani ed essere cancellata. Pd e Cinquestelle tentano di riaprire la discussione sui vitalizi, allettante sul piano elettorale

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 9 dicembre 2017

Oltre seimila emendamenti alla Camera per la manovra, che lunedì giungerà al vaglio della Commissione Bilancio. Il voto è previsto per il 13 e il testo è atteso in Aula martedì 19. Intanto in Commissione Lavoro si è consumata una battaglia tra renziani e minoranza Pd sull’ammorbidimento del Jobs Act: saltata la norma sull’accorciamento del tetto massimo per i contratti a termine da 36 a 24 mesi, mercoledì è invece passato l’aumento degli indennizzi per i licenziamenti proposto dal presidente Cesare Damiano, con il parere contrario del governo.

L’indennizzo è passato da 4 a 8 mesi: Damiano ha spiegato che molte aziende oggi preferiscono licenziare piuttosto che attivare la cassa integrazione, perché con l’attuale tetto risulta più vantaggioso. Non è detto però che questa norma, al passaggio in Commissione Bilancio, possa sopravvivere.

Molti avevano legato infatti i correttivi sui contratti a termine e sui licenziamenti a un possibile accordo con Pisapia, che come si sa nel frattempo è saltato: ora ovviamente ai renziani non interesserebbe più modificare il Jobs Act in senso garantista verso i lavoratori, e l’«incidente» in Commissione Lavoro (dove sono in minoranza) potrebbe essere presto rimediato con una abrogazione.

Tra gli emendamenti presentati, anche quelli di Pd e Cinquestelle sui vitalizi: entrambi i partiti, in competizione su un tema ritenuto di forte presa elettorale, hanno chiesto di inserire la legge Richetti in quella di Bilancio, in modo che possa essere affrontata e approvata al di là del calendario già stilato in Senato. Sembra difficile però che questa proposta possa essere ritenuta ammissibile, viste le regole piuttosto rigide della Camera.

Quasi duemila emendamenti, quindi pari a un terzo del totale, sono stati presentati dal Pd:seguono i Cinquestelle con 716 proposte di modifica, Forza Italia con 577 e la Lega con 433. Questa mole di proposte non sarà però oggetto per intero dell’esame della Commissione Bilancio. I gruppi dovranno infatti segnalare, entro martedì alle 12, gli emendamenti su cui si procederà effettivamente al voto, che non potranno superare in tutto gli 820, sulla falsariga di quanto già avvenuto con la «manovrina» di aprile.

Tra quelli più interessanti, uno approvato dalla Commissione Ambiente della Camera, che deve passare ora al vaglio della Bilancio: prevede di estendere l’ecobonus, lo sconto del 65%, anche agli interventi di bonifica dell’amianto contestuali a interventi per l’efficienza energetica.

Ieri il presidente del consiglio Paolo Gentiloni è tornato a innalzare l’asticella della crescita (perlomeno di quella attesa): «L’Italia è tornata a crescere, con una crescita che non sappiamo dove si attesterà ma certamente è molto superiore a quello 0,8%-0,9% che prevedevano tutte le istituzioni solo un anno fa e molto superiore all’1,5% che pure il governo ha previsto nelle ultime revisioni dei documenti di economia e finanza, più vicina al 2% che all’1,5%», ha spiegato

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