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Manovra, allarme Patto di stabilità. Fitto: l’Italia rischia

Manovra, allarme Patto di stabilità.  Fitto: l’Italia rischiaRaffaele Fitto al meeting di Rimini – Ansa

Il ministro: «Accordo sulle nuove regole per evitare effetti molto complessi». Sul Pnrr niente scatti, «è una maratona»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 agosto 2023

L’accenno del ministro Giancarlo Giorgetti, due giorni fa, era stato già chiaro. A dissipare eventuali dubbi, sempre dal meeting di Cl a Rimini, ha provveduto ieri Raffaele Fitto: «Se non si trova un accordo sul nuovo modello di Patto di stabilità il rischio è che a gennaio tornino le vecchie regole, e questo comporta un effetto molto complesso». Il sottinteso è che per l’Italia dette regole sarebbero esiziali. La preoccupazione di Fitto è palpabile: «Noi siamo reduci da un po’ di anni in cui abbiamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di stabilità, che sta per tornare. Basta vedere l’aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e purtroppo della spesa corrente, in questi anni, per comprendere quanto la situazione poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte».

CERTO, IL PNRR è una grande occasione e anche la quarta rata, assicura il responsabile per l’attuazione del Piano, arriverà entro la fine dell’anno. Comunque «è una maratona e provare a fare i centometristi sarebbe un errore». Ma anche qui, tra le righe, qualche brivido si coglie. L’occasione c’è: purché l’Europa accetti di concedere i margini ampi di flessibilità richiesti, la possibilità di spostare i progetti non realizzabili entro il giugno 2026 nei Fondi di Coesione o nei Fondi di Coesione e stabilità. L’opportunità è reale: purché la stessa Unione capisca che «il Pnrr era stato pensato prima dell’invasione dell’Ucraina, per rispondere alla crisi Covid.

Ora stiamo lavorando per adeguarlo», ribadisce il ministro degli Affari europei. Ma soprattutto non ci si deve mai dimenticare che quei fondi non sono un regalo: «Parliamo di oltre 150 miliardi di euro che prendiamo a debito», sottolinea. Dunque decidere di prendere tutti i loans, unico Paese a farlo in tutta Europa, è stato un errore? «È inutile ragionare con i se e con i ma. Dico solo che dobbiamo avere un supplemento di attenzione».

I DUE DISCORSI, quello sul Pnrr e l’allarme sul ritorno dei vecchi parametri di Maastricht, sono in realtà intrecciati: la sostenibilità di un debito ulteriormente impennatosi dalla crisi Covid in poi e di una spesa corrente imbizzarrita dipende da quali saranno i parametri in vigore a partire dal primo gennaio 2024. Inutile però cercare qualche certezza sulla possibilità di trovare un accordo sostitutivo e soprattutto su quali saranno le nuove regole. La presidenza spagnola di turno ha presentato ai ministri dell’Economia dei vari Paesi un testo che però fissa solo i quattro temi centrali sui quali bisognerebbe presentare all’Ecofin del prossimo ottobre una bozza di intesa: «Equilibrio istituzionale», «salvaguardie comuni», cioè le garanzie di rientro dal debito, «spazio fiscale per investimenti e riforme», «applicazione credibile del Patto», cioè i controlli e le eventuali sanzioni. Per l’Italia sarebbe essenziale poter eliminare dal computo dei parametri le spese per investimenti legati alle transizioni verde e digitale e quelli per le spese militari ma a che punto siano le trattativa con i Paesi frugali su questo nodo è per il momento ignoto.

IN QUESTA SITUAZIONE dalla prossima legge di bilancio ci si può aspettare solo l’austerità di fatto annunciata da Giancarlo Giorgetti e che ieri il viceministro dell’economia Maurizio Leo ha confermato, sempre da Rimini, chiarendo che anche l’intervento sulle tasse previsto per il 2024 dalla riforma fiscale è del tutto in forse: «Dobbiamo verificare se ci saranno le coperture». Le quali andranno trovate anche per i sostegni alle famiglie, capitolo che per il sottosegretario Alfredo Mantovano è più decisivo di tutti gli altri insieme: «La sfida più importante del governo è la natalità. Si potrà parlare di ripresa solo quandola curva demografica riprenderà a salire».

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