Da destra neppure un sussulto. Le manganellate con cui la polizia ha colpito i giovanissimi studenti a Pisa, Firenze e Catania hanno sollevato reazioni di sdegno praticamente ovunque, tranne che nei ranghi serrati dei partiti di governo. Al pari dei sindacati di polizia – che sono sempre più corporativi – dalla maggioranza si sono udite solo poche voci, tutte a difesa dell’operato degli agenti e contro «la violenza delle sinistre». La premier Meloni tace. L’unica ad articolare un mezzo pensiero è la ministra dell’Università Anna Maria Bernini che riconosce, bontà sua, il diritto degli studenti di «manifestare liberamente, fino a che non rendono loro stessi impossibile mantenere l’ordine».

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PER LA SEGRETARIA del Pd Elly Schlein invece la manifestazione era assolutamente pacifica: «Abbiamo visto scene inaccettabili – ha detto – una violenza sproporzionata verso studenti che non erano una minaccia per l’ordine pubblico: basta manganellate agli studenti. Vediamo un clima di repressione, in particolare contro i giovani. Ricordiamo che il primo decreto del governo è stato contro i rave. Sui colletti bianchi sono iper garantisti, sui giovani vanno a colpi di manganello. Di questo clima abbiamo già chiesto conto a Piantedosi». Anche l’ex ministro di Giustizia Orlando posta sui social il video delle manganellate e chiede: «Tutto questo è normale? E soprattutto è necessario?». Nessuno gli risponde.

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Mentre la risposta non tarda ad arrivare nei confronti di Fratoianni, leader di SI, che propone «scorte democratiche» costituite da «politici, parlamentari e cittadini comuni» a difesa «della libertà di espressione» e dei cortei dalle «cariche della polizia». È il senatore di Fi Gasparri a non perdere l’occasione: «L’Italia ha bisogno di legge e di ordine e non certo di scorte democratiche e di servizi d’ordine politicizzati» che, afferma, «ci riportano indietro ad anni bui». Mentre il capogruppo alla Camera di Fd’I, Foti, considera la proposta «strampalata» e un escamotage per l’impunità».

Ma gli anni bui, al momento, riecheggiano solo a causa della «violenza ingiustificabile e totalmente gratuita – come la definisce la Fisac Cgil – una vera e propria repressione generata dalla precisa strategia di un governo che non tollera il dissenso e lo reprime calpestando la nostra Costituzione». «Piantedosi sta trasformando l’Italia in uno stato di polizia», protesta il verde Bonelli.

AL MINISTRO DELL’INTERNO si rivolge anche il M5S per chiedere «spiegazioni»: «Il governo sta instaurando uno stato di paura inaccettabile», attacca il vicepresidente della Camera Costa. Mentre il presidente Giuseppe Conte rimarca: «Sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese. Non può essere questa la risposta dello Stato al dissenso». Di «violenza inaudita di Stato» parla anche Iv mentre il Prc addita «il doppiopesismo verso le proteste». Rilancia invece la richiesta di imporre «bodycam e numero identificativo agli agenti», il segretario di +Europa, Magi, che chiede di approvare l’apposita legge depositata alla Camera, «a tutela dei cittadini ma anche nell’interesse delle stesse forze dell’ordine».