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Make America great again con Robert Kennedy Jr.

Make America great again con Robert Kennedy Jr.Robert Kennedy Jr – Ap

Stati uniti Il comizio di Kennedy jr per le primarie dem è il luogo in cui la paranoia incontra i privilegi ereditari. Tantissime le somiglianze con Donald Trump

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

A 14 mesi dal voto, la stagione elettorale in Usa è già cominciata e mentre i repubblicani si affollano in Iowa per la battaglia delle primarie in cui si deciderà il candidato che rappresenterà il partito nella corsa alla Casa bianca, per i democratici c’è molta meno competizione. Da quando Joe Biden ha ufficializzato la sua candidatura, solo una voce si è alzata dalle retrovie del partito per contendergli la nomination dem: quella di Robert Kennedy Jr, figlio di Bobby Kennedy, ucciso nel 1968 mentre era candidato alla presidenza degli Stati uniti e nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas nel 1963.

Il 69 enne Kennedy jr non sembra avere alcuna possibilità di diventare un pericoloso avversario per Biden, ma la sua campagna elettorale è già aperta e si svolge là dove per lui c’è battaglia, negli Stati blu, a maggioranza democratica, come New York.

A causa delle sue teorie a dir poco eccentriche, andare a un suo comizio sembra un viaggio paranormale.

Dopo essere stato un avvocato di fama specializzato in cause ambientali, negli ultimi vent’anni Kennedy jr ha iniziato a sposare posizioni che lo avvicinano alla destra complottista filo trumpiana più che al partito del padre e dello zio.

È uno dei primi sostenitori della teoria che vede una relazione fra i vaccini infantili e l’autismo, sostiene che le reti wifi provocano il cancro, che alcune medicine sono responsabili dell’aumento delle sparatorie di massa, e l’inquinamento è la causa dell’aumento delle persone che non si riconoscono nel proprio sesso biologico.
Recentemente ha sostenuto che il coronavirus è stato diabolicamente progettato per far risparmiare i cinesi e gli ebrei ashkenaziti, poi è passato all’ipotesi che Ron DeSantis sia un ologramma andato in tilt, che gli auricolari diffondano, attraverso i canali uditivi, propaganda governativa inconsciamente percepibile e che i bulldog francesi causino il riscaldamento globale.

Con queste basi Kennedy è anche una star internazionale del movimento no vax. Nel 2021 ha pubblicato un libro sostenendo la tesi che Bill Gates e Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, e poi consigliere sanitario di Trump e Biden, siano al vertice di una cospirazione delle grandi case farmaceutiche per trarre benefici economici dai vaccini.

Ma tutta questa propaganda antiscientifica e complottista non viene volgarmente urlata a una folla di sottoproletariato urbano dimenticato dall’establishment, bensì elegantemente presentata a un gruppo sociale privilegiato che sembra appena tornato da un aperitivo allo yacht club.

Il comizio di RFKjr a New York si è tenuto  a Bushwick, un quartiere alternativo e hipster di Brooklyn dove solitamente si reca Sanders, in un elegantissimo loft al piano terra dalle finestre enormi e circondato da un curatissimo giardino.

In un incontro organizzato in meno di 2 giorni, sono arrivate circa 800 persone a cui ha rivelato di essere entrato in politica dopo aver scoperto che i giovani non sono più fieri di essere americani, che, se eletto, con un ordine esecutivo abolirà le pubblicità per i medicinali, paragonate per dannosità alle pubblicità delle sigarette e che lotterà per la classe media e lavoratrice come nessun candidato sta facendo.
Un mix di populismo e di retorica che non si distacca molto da quella trumpiana.

Il comizio di Kennedy jr è il luogo in cui la paranoia incontra i privilegi ereditari come con Donald Trump con cui ha molto più in comune di quanto probabilmente voglia ammettere. Anche Kennedy jr è un elitario che sbandiera l’anti-elitarismo, un insider che in qualche modo si definisce un outsider, un rampollo di ottima famiglia che si spaccia per ultimo fra gli ultimi.

Perfino i loro slogan sono simili: all’annuncio della sua candidatura alle primarie dem in New Hampshire, Kennedy jr ha parlato di un ritorno alla magia e alla maestosità della sua famiglia: «Possiamo riportare l’America alla straordinaria vitalità dell’era Kennedy originale».

A New York i suoi sostenitori elegantemente vestiti per un incontro di fine estate, sono sembrati sollevati dal poter finalmente applaudire quelle teorie che fino a ora arrivavano dal partito e dal candidato sbagliato. «Ho fatto 4 ore di macchina per venire qui dalla mia casa in campagna dove passo l’estate – dice Walter, 60 enne di Manhattan – ma lui è interessante e merita di essere ascoltato di persona».

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