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Madri detenute, è scontro tra Pd e destra

Madri detenute, è scontro tra Pd e destraSan Vittore, carcere femminile – LaPresse

Il blitz alla Camera FdI stravolge la proposta di legge di minoranza a firma dem. Il testo viene ritirato ma la Lega ne deposita un altro «anti borseggiatrici rom». Alessandro Zan: «Hanno utilizzato come un autobus la nostra norma per fare le loro schifezze»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 24 marzo 2023

Scontro frontale ieri tra Lega e Pd sulla proposta di legge relativa alle madri detenute. Un tentativo di migliorare la norma in vigore era stato fatto la scorsa legislatura, il testo era passato al Senato ma l’iter si è poi interrotto con la crisi di governo. I dem hanno presentato una nuova proposta di legge (prima firma Deborah Serracchiani) ma mercoledì la commissione Giustizia della Camera ha approvato due emendamenti a firma Carolina Varchi (FdI), con il parere favorevole del governo, che stravolgono il testo, rendendolo più restrittivo rispetto alla legge in vigore. In particolare, le madri dovrebbero scontare la pena in carcere (e non negli Icam, Istituti a custodia attenuata) in caso di recidiva, inoltre verrebbe abolita la norma che prevede lo slittamento della pena per le donne incinte o con figli di meno di un anno.

SUL BLITZ ci sono le impronte del partito di Meloni ma a intestarsi la battaglia ieri è stata la Lega. «Odiano i poveri, i migranti, le donne. E ora pure i bambini. Non solo l’indifferenza di fronte alle bare bianche di Cutro, non solo la ferocia contro i bambini delle coppie omogenitoriali, ora si accaniscono persino sui bambini in carcere con le madri» la sintesi di Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari sociali alla Camera. Il Pd per bloccare la manovra ha ritirato le firme al proprio provvedimento facendolo decadere. Alessandro Zan: «Il governo passa da ‘legge e ordine’ a ‘disumanità e inciviltà’». E Serracchiani: «La nostra proposta non amnistiava né condonava. Prevedeva che i primi anni di vita del bambino dovessero essere trascorsi in strutture protette, non in carcere, ma vigilate e controllate».

NEL SILENZIO del ministro Nordio, si è preso la scena il sottosegretario leghista alla Giustizia, Andrea Ostellari: «Il Pd sceglie ancora di stare dalla parte sbagliata e conferma di volere l’impunità per ladre e borseggiatrici incinte. Nessun problema: la Lega presenterà un nuovo testo». Testo presentato ieri pomeriggio a firma Jacopo Morrone e Ingrid Bisa: «Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti, il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita o il differimento revocato. Qualora la persona sia recidiva o delinquente abituale o professionale l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata». Salvini ha immediatamente azionato la propaganda: «Il Pd libera le borseggiatrici Rom. Vergognatevi. La Lega aveva fatto passare la norma in commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: chi verrà sorpresa a rubare sconterà la pena». Il Carroccio da settimane cavalca l’onda social contro i rom utilizzando le immagini in rete e in Tv relative alle metro di Roma e Milano, richiamate persino nel testo depositato ieri insieme al film Ieri, oggi, domani con Sophia Loren ambientato a Napoli.

IN BASE AI DATI del ministero, al 28 febbraio erano 21 le madri detenute con 24 figli, il numero più altro nell’Icam di Lauro, in provincia di Avellino: 9 mamme con 11 figli, di cui 6 straniere con 9 figli. Ieri eravamo, in totale, a 23 mamme con 26 bimbi. Il rapporto di Antigone: «L’andamento della presenza dei bambini in carcere ha continuato a oscillare negli ultimi trent’anni in alto (fino a superare le 80 unità) e in basso fino a raggiungere i 17 dello scorso gennaio. È possibile constatare una sovrarappresentazione delle straniere, le quali probabilmente incorrono in maggiori difficoltà nell’accesso a misure alternative». Sono tre i luoghi in cui i bambini vengono reclusi con le madri: gli Icam; aree apposite interne a istituti penitenziari ordinari; «luoghi interni al carcere non pensati per bambini, ma attrezzati alla bene e meglio». La legge 62/2011 prevede le case famiglia protette per detenute prive di un domicilio ritenuto adeguato dalla magistratura ma a oggi sono solo due: una a Milano e una a Roma.

LO SCONTRO alla Camera non ha riguardato solo il merito ma anche il metodo del governo: «Si e rotto il rapporto di fiducia – ha accusato Zan -, hanno utilizzato come autobus la nostra pdl per fare le loro schifezze. Con gli emendamenti approvati ci sono due problemi. Le donne recidive vanno automaticamente in carcere. Noi le mandavamo comunque in case famiglia, salvo casi gravi. Il secondo è peggio: il codice penale prevede un differimento della pena per donne incinte o con bambini sotto un anno. Loro tolgono anche quello». FdI ieri ha attaccato il Pd: «Strumentalizzano i bambini coprendo un liberi tutti». E Forza Italia? È Serracchiani a rivelare: «Fi aveva presentato emendamenti più garantisti dei nostri, sono dovuti andare a palazzo Chigi per essere convinti a toglierli».

SUL FRONTE OPPOSTO, da Verdi e Sinistra italiana Devis Dori: «La maggioranza ha minato alla base la finalità di una norma di assoluta civiltà». Azione con Carlo Calenda: «Immorale il comportamento della maggioranza. Era e rimane una battaglia giusta su cui non si può arretrare». E I 5S con Valentina D’Orso: «Un pericoloso precedente che mina il rapporto di lealtà tra maggioranza e opposizione che non possiamo accettare».

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