Come ogni presidente francese, Emmanuel Macron ha dato la sua versione sulle relazioni fra Francia e Africa. Ieri, di fronte a 800 studenti dell’università di Ouagadougou, in Burkina Faso, in un clima complicato e di contestazione, con un lungo discorso Macron ha cercato di voltare pagina e “guardare verso l’avvenire” rispetto ai “crimini incontestabili” della colonizzazione: “non c’è più una politica africana della Francia”, ha affermato attirandosi degli applausi. In un continente dove l’età media è di 20 anni, Macron ha giocato la carta della giovinezza: “sono di una generazione che non ha conosciuto l’Africa colonizzata, che ha tra i suoi migliori riferimenti politici Nelson Mandela, sono di una generazione che non viene a dire all’Africa cosa deve fare”. “Non parlatemi come se fossi il presidente del Burkina Faso”, ha detto agli studenti, invitandoli a chiedere al presidente Kaboré e non a lui dei conti sul franco Cfa e sul destino della moneta legata all’euro, strumento dell’influenza francese nell’Africa francofona.

Alla vigilia del vertice Unione europea-Africa a Abidjan, in Costa d’Avorio, Macron ha insistito: “sono di una generazione europea” e ora non è più il tempo di “un solo dialogo franco-africano, ma di una relazione tra due continenti”. Tra Europa e Africa, le relazioni sono focalizzate sui rifugiati e le migrazioni. Macron ha anticipato ieri che proporrà oggi “un’iniziativa euro-africana per colpire le organizzazioni criminali e le reti criminali”, promettendo “un sostegno massiccio all’evacuazione delle persone in pericolo” in Libia, ridotte a schiavitù, “un crimine contro l’umanità”. Macron ha affermato che “come presidente, non avrei sostenuto l’intervento in Libia”, “non serviva a niente intervenire contro Gheddafi se non c’era una soluzione” per il dopo. Ha ricordato che oggi la presenza militare francese nel Sahel fa parte della guerra al terrorismo, che riguarda tutti, impegnati nel progetto G5 Sahel.

Nei rapporti Europa-Africa l’aiuto allo sviluppo resta centrale. Macron ha affermato che oggi a Abidjan proporrà “più controlli, un cambiamento di metodo”, per arrivare a un sistema “più efficace”, perché “a volte il nostro aiuto pubblico allo sviluppo non corrisponde ai bisogni”. Ha promesso che la Francia porterà questi aiuti allo 0,55% del pil, una cifra che resta al di sotto del vecchio impegno internazionale dello 0,7%. La Francia si impegna ad accogliere mille “talenti” l’anno, nel campo della cultura, dell’impresa e dello sport. Un’altra strada è la moltiplicazione di doppi diplomi universitari, tra Europa e Africa. Sulla delicata questione delle opere d’arte africane in Europa, Macron ha affermato che “entro 5 anni” verranno stabilite “le condizioni per un ritorno temporaneo o permanente del patrimonio africano in Africa”, perché “non deve essere solo messo in valore a Parigi, ma anche a Dakar, Lagos o Cotonou” e non essere “prigioniero dei musei europei”.

Macron non ha eluso un punto di tensione che era sorto al G20 quest’estate: la demografia galoppante (“quando ci sono ancora 7 o 8 bambini per donna, potete decidere di spendere miliardi di euro, ma non stabilizzate nulle” aveva detto suscitando critiche). “Non parlarne sarebbe irresponsabile”, ha affermato ieri. “La demografia non si decreta, non si detta” ha sottolineato, “ma deve essere una scelta. Ma dove ci sono 7-8-9 bambini per donna, siamo sicuri che sia una scelta delle ragazze?”. “Nel mio paese ci sono famiglie che hanno fatto questa scelta – ha aggiunto – è la loro, non dobbiamo giudicare. Ma vorrei essere sicuro che dappertutto in Africa sia la scelta delle giovani donne, voglio che possano continuare gli studi, lavorare, fare le loro scelte”. Macron ha detto agli studenti che “dobbiamo avere un dibattito responsabile sulla libertà di scelta”.

Con il Burkina Faso c’è un altro punto di tensione: il mistero che grava ancora sulla morte di Thomas Sankara nell’87, con forti sospetti su una partecipazione della Francia nel colpo di stato di Blaise Campaoré (che dal 2014 è in esilio in Costa d’Avorio, mentre il fratello è in Francia sotto controllo giudiziario). Macron ha affermato che tutti i documenti saranno a disposizione e “declassificati”.