Europa

Macron e il gioco dei simboli (diplomatici)

Macron e il gioco dei simboli (diplomatici)Macron e Trump nel cortile di Les Invalides – Reuters/Yves Herman

Francia Trump a Parigi, per il défilé del 14 luglio. Sibillino sull'accordo di Parigi: "qualche cosa potrebbe succedere". Macron: svolta sulla Siria, la "destituzione di Assad" non è più una condizione preliminare. Iniziativa "concreta" alla Onu nelle prossime settimane. Oggi commemorazione dell'attentato di Nizza di un anno fa (86 morti, più di 400 feriti)

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 14 luglio 2017

Slittamenti diplomatici in corso. Emmanuel Macron ha ricevuto ieri a Parigi Donald Trump, invitato per assistere al défilé del 14 luglio, a cui prenderanno parte 200 militari statunitensi, per i 100 anni dell’entrata in guerra degli Usa nella prima guerra mondiale.

MACRON AVEVA SFIDATO Trump sul clima, con un détournement dello slogan di campagna del presidente Usa: «make our planet great again». Ieri, anche se Macron ha ammesso che non ci sono vere novità e che non può che «rispettare» la decisione Usa, ha aperto uno spiraglio in modo sibiliino: «qualche cosa potrebbe succedere» riguardo al rispetto dell’accordo di Parigi. Slittamento francese sulla Siria: Macron ha affermato che «la destituzione di Assad» non è più «una pre-condizione», come era ai tempi di Hollande. I due presidenti hanno evocato un’iniziativa concreta sulla Siria nelle prossime settimane del consiglio di sicurezza dell’Onu. Trump ha sottolineato che le discussioni con Putin sono state «un successo» e hanno permesso un cessate il fuoco nel sud del paese che «ha risparmiato vite».

LA FRANCIA ha voluto offrire a Trump la possibilità di uscire dall’isolamento in cui si è chiuso negli ultimi appuntamenti internazionali, da Bruxelles al G7 di Taormina e al G20 di Amburgo. Macron punta a rimettere Parigi al centro del gioco diplomatico, adesso che in Europa – con la prospettiva del Brexit – la Francia è rimasta il solo paese con l’arma nucleare e che ha un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

IERI A PARIGI c’era anche Angela Merkel. Ha partecipato al consiglio dei ministri franco-tedesco. Ma Merkel, che ha pessimi rapporti con Trump, non è rimasta nella capitale francese per incontrarlo. Con Merkel, Macron ha preso una decisione militar-industriale: Francia e Germania costruiranno un nuovo aereo da guerra, che sostituirà a termine i vari Rafale, Tornado, Eurofighter, e punta ad essere un buon prodotto per l’export.

Di fronte a questi slittamenti diplomatici e alla deriva a favore dell’apparato militare-industriale, la società francese è rimasta abbastanza silenziosa. Ci sono state proteste per l’invito a sorpresa fatto a Trump: da parte del Pcf e di France Insoumise è stato criticata la mano tesa a un dirigente ostile all’accordo di Parigi, indifferente al cambiamento climatico, una presenza considerata incongrua proprio nel giorno delle celebrazione dell’assalto alla Bastiglia (in Gran Bretagna, l’invito di Trump è stato annullato, a causa delle proteste).

Macron intende approfittare in pieno dell’indebolimento di Londra sulla scena europea. Gioca la carta della potenza politica di fronte alla potenza economica della Germania. Ha anche invitato Putin a Versailles per imporre la propria centralità. Ieri sera, come risposta alle frasi di Trump su Parigi che «non è più Parigi» e sul fatto che è stato eletto per rispondere ai «cittadini di Pittsburgh e non a quelli di Parigi», Macron con la moglie Brigitte ha invitato Donald e Melania al ristorante di Ducasse al secondo piano della Tour Eiffel. Una bella cartolina, un gioco di simboli.

LA GIORNATA DEL PRESIDENTE, dopo il défilé sui Champs Elysées, oggi sarà a Nizza, a un anno dall’attentato della Promenade des Anglais, che ha fatto 86 morti e più di 400 feriti. C’è una polemica delle famiglie delle vittime, perché nel nuovo governo non c’è più un ministero specifico, ma solo un delegato interministeriale. Polemica anche sulle foto pubblicate da Paris Match, riprese da registrazioni delle video-camere.

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