Dovranno esserci «chiarimenti» sulla vicenda dell’Ocean Viking al vertice dei ministri degli Interni della Ue convocato d’urgenza dalla presidenza ceca per venerdì prossimo. Lo ha affermato ieri il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, auspicando che la Ue tragga «insegnamenti dall’accoglienza della Ocean Viking da parte della Francia».

MIKULAS BEK, ministro per gli Affari Ue della Repubblica Ceca (che ha la presidenza dell’Unione), ha però risposto che l’incontro «non sarà limitato a una sola nave ma riguarderà la migrazione in senso largo». Rotta balcanica e Ucraina incluse.

INTANTO CONTINUA lo strascico di polemiche tra Parigi e Roma. Il rifiuto italiano di dare un porto alla nave umanitaria è stato definito ieri dal presidente Emmanuel Macron un «vilain geste», un «brutto gesto». La decisione del governo Meloni, oltre a non rispettare gli obblighi del diritto del mare, ha spezzato quel poco di intesa che, su base solo volontaria, la Ue era riuscita a raggiungere nel giugno scorso per la ripartizione dell’accoglienza degli esiliati.

LA FRANCIA INSISTE sulla necessità di «un’iniziativa europea per migliorare il controllo delle frontiere esterne e i meccanismi di solidarietà», che possono esistere solo se tutti rispettano le regole legali. Il presidente Mattarella ha aiutato a riportare la calma nelle relazioni bilaterali con la telefonata a Macron di una settimana fa. Ieri l’Eliseo ha sottolineato l’importanza di «continuare la cooperazione» per «trovare assieme soluzioni efficaci» e «non lasciare le cose come stanno» dopo la tensione dell’ultima settimana.

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La ripresa della «cooperazione» passerà anche per il rispetto dell’accoglienza dei 3mila rifugiati che la Fancia si era impegnata a trasferire sul suo territorio dall’Italia nell’ambito dell’accordo europeo di solidarietà (ma l’irritazione è tale che dal numero complessivo dovrebbero essere detratte le persone dell’Ocean Viking che resteranno in Francia).
LE COMPLICATE procedure giudiziarie e amministrative dell’accoglienza dei 234 naufraghi dell’Ocean Viking stanno seguendo il loro corso e già ci sono polemiche: 66 sono entrati nella procedura dell’asilo (potranno venire poi accolti negli 11 paesi «volontari»), mentre per 123 c’è stato un rifiuto. 26 dei 44 minorenni hanno invece abbandonato volontariamente l’albergo dove erano accolti (per raggiungere familiari all’estero). La Corte d’Appello di Aix-en-Provence ha fatto uscire dalla «zona d’attesa» 106 persone su 189.

L’asilo politico ha delle regole precise: tutti gli esperti sottolineano che è importante preservare questo diritto, nato con la convenzione di Ginevra nel 1951, mentre le derive populiste giocano sulla confusione tra rifugiati e migranti economici per diffondere paura e denunciare gli abusi (ci sono tentativi di utilizzare la legislazione sull’asilo per ottenere il diritto di soggiorno perché le vie legali all’immigrazione sono praticamente quasi tutte chiuse).
SUL FRONTE ITALIANO, il tema migranti è stato al centro di una riunione presieduta dalla premier Giorgia Meloni che ha coinvolto i due vicepresidenti del consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini, oltre al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e a quello della Difesa Guido Crosetto. Presenti anche il sottosegretario con delega all’Intelligence, Alfredo Mantovano e il direttore del Dis, Elisabetta Belloni. L’incontro interlocutorio ha iniziato a preparare la strategia verso il meeting europeo del prossimo 25 novembre.

Un’occasione che il ministro Piantedosi giudica come un «primo successo». «L’Italia – ha dichiarato ieri a Napoli – ha fatto tornare la giusta attenzione degli organismi d’Europa».