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L’urgenza di un salto di qualità liberi dalle tossine

L’urgenza di un salto di qualità liberi dalle tossine

Sinistra-Verdi Trascorso quasi un anno dalle politiche e a meno di un anno dalle prossime europee è tempo di chiedere a quella delegazione parlamentare e ai due partiti che la compongono di fare un salto di qualità

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 agosto 2023

Una politica di trasformazione della realtà non si fa solo nelle istituzioni. È fondamentale saperlo ed è bene ripeterselo. È altrettanto importante, però, essere coscienti che la presenza nei luoghi delle decisioni politiche è una condizione necessaria – anche se non sufficiente – per provare a fare sul serio.

Per questa ragione è incontestabile che il drappello di parlamentari di Alleanza Verdi Sinistra rappresenti un punto di riferimento importante per chi cerca quotidianamente, nelle amministrazioni locali come nell’attivismo sociale, di costruire una società diversa da quella che ha in mente il governo di Giorgia Meloni. Che si tratti di politica economica, di relazioni internazionali, di contrasto alle discriminazioni, di industria e sviluppo, di istruzione e cultura, occorre che quelli voci di radicale dissenso rispetto ai modelli dominanti risuonino in quelle aule.

Trascorso quasi un anno dalle politiche e a meno di un anno dalle prossime europee è tempo di chiedere a quella delegazione parlamentare e ai due partiti che la compongono di fare un salto di qualità. Nella relazione con il territorio, con le esperienze politiche locali, con il mondo del lavoro e quello della solidarietà, con i movimenti ecologisti, femministi e lgbtq+.

Perché è solo dalla relazione positiva, continua, profonda, fra “dentro” e “fuori” il Palazzo che la prospettiva dell’alternativa radicale può acquisire una forza sufficiente per incidere davvero, mobilitando il rifiuto verso il nostro triste presente di quei larghi strati della società che ne patiscono le ingiustizie sulla pelle, e coltivando il desiderio e la speranza di un futuro che smetta di fare paura.

Giunge quindi opportuno l’appello che Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno consegnato a queste colonne: una «Alleanza eco-sociale per il clima, la democrazia e l’uguaglianza» da stringere con movimenti, associazioni, esperienze civiche e singole personalità autorevoli, in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

Se si comincia subito e davvero, si potrà avviare un cammino collettivo realmente coinvolgente e convincente, in grado di animare settori di militanza diffusa attualmente impossibilitati a esprimere appieno il proprio potenziale, fasce di disillusi di sinistra ritiratesi nell’astensione, ma soprattutto giovani che coltivano istanze radicali di cambiamento, praticandole nella loro vita quotidiana ma restando sempre sospettosamente – e anche comprensibilmente – al di qua del legame con la politica istituzionale.

Non nascondiamocelo: costruire questo cammino non sarà facile, anche perché a sinistra circolano ancora molte tossine figlie di passate stagioni. E non giriamoci attorno: lo sbarramento del 4% appare, al momento e sondaggi alla mano, un ostacolo quasi insormontabile. Ma di fronte a un processo autenticamente collettivo e partecipato, di fronte a un’assunzione collettiva di responsabilità di tutte e tutti coloro che già oggi si istruiscono, si agitano e si organizzano, nelle più differenti funzioni e appartenenze, quell’ostacolo può essere superato.

Ci riuscimmo con L’Altra Europa con Tsipras – sorvolando su come l’esperimento successivamente naufragò – e ora in Spagna con Sumar sono riusciti a riscrivere in extremis un destino che sembrava segnato.

Qui e ora, raccogliendo l’invito di Bonelli e Fratoianni ad incontrarsi a ottobre, non bisogna perdere nemmeno un minuto. L’urgenza di agire per fermare la devastazione del pianeta e delle nostre società ci richiama a questo compito.

 

*Assessore al Comune di Torino, Sinistra Ecologista

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