Siamo a un punto di svolta fondamentale per il futuro del nostro continente e dell’Italia, lo sappiamo noi e lo sa la destra nazionalista, che nella prospettiva delle prossime elezioni europee sta provando a giocare il tutto per tutto. La posta in palio è molto alta: decidere quale strada debba intraprendere l’Europa.

Le destre hanno un progetto chiaro. Vogliono annullare ogni avanzamento verso una transizione ecologica giusta e socialmente responsabile e nel contempo non intendono disturbare multinazionali, e grandi evasori, che all’interno della stessa Unione Europea trovano interessanti rifugi per evitare di pagare le tasse. Propongono un’Europa delle nazioni, come nei peggiori incubi della prima metà del ‘900, una sorta di giungla in cui non c’è cooperazione, ma competizione esasperata.

In sostanza, mettono in discussione tutte le garanzie e le tutele sociali che l’Europa aveva messo in campo, in un modello unico al mondo, con le Costituzioni nate dopo la seconda guerra mondiale e dopo le esperienze devastanti delle dittature fasciste, naziste e franchiste. La crisi climatica causa gravi danni economici impoverendo i ceti sociali più deboli, anche per questo dobbiamo con urgenza costruire politiche per il clima. Il pianeta è in ebollizione come ha ricordato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. L’urgenza di affrontare la crisi climatica è sostenuta anche dall’appello del presidente della Repubblica Mattarella e di Papa Francesco, mentre al contrario il governo italiano sta costruendo il fronte dei paesi negazionisti che vogliono fermare la transizione ecologica avviata dalla commissione Ue per difendere gli interessi degli inquinatori.

Dall’altro lato, però, c’è una speranza che è idea concreta e che disegna un’altra strada. È l’idea di un’Europa diversa, che si faccia casa dell’ecologia, della giustizia sociale e della pace. Un’Europa che non sia l’incubo della destra irresponsabile, ma nemmeno quella troppo attenta solo alle politiche di bilancio e refrattaria agli effetti esplosivi delle crisi economiche, sociali e ambientali che in questi anni si sono scaricati sul ceto medio e sugli strati più deboli dell’Europa stessa, alimentando la retorica nazionalista delle destre. Un’Europa consapevole di sé stessa, della propria fondamentale importanza nel mondo, per mantenere e costruire la pace e per lavorare al superamento delle politiche economiche energivore, che molti danni arrecano al pianeta e a chi lo vive. È la nostra idea di Europa.

Alleanza Verdi Sinistra ha avuto il merito di riaprire una nuova prospettiva in Italia per le culture ecologiste, progressiste e solidali dopo le elezioni politiche del settembre 2022 e le successive elezioni regionali e amministrative. Non era un esito né semplice, né scontato. È stato piuttosto il risultato di una sfida, che ha puntato innanzitutto a unire storie, esperienze e culture politiche diverse.

E, proprio a partire dalla positiva esperienza di Alleanza Verdi Sinistra, vogliamo offrire uno spazio aperto e inclusivo, che sappia anche andare oltre, con l’obiettivo di costruire una proposta convincente, credibile e attraente per le prossime elezioni europee del giugno 2024.

Una piattaforma politico-elettorale fondata sulla partecipazione democratica, aperta a chiunque abbia voglia di impegnarsi, che sappia mettere a valore le differenze e unire, nella pluralità, chi vuole contrapporre all’Europa delle nazioni e del patriarcato una proposta radicale su clima, welfare, modello di sviluppo, femminismo e diritti universali della persona. Loro vogliono dividere: Paese da Paese, residenti e migranti, nord e sud, ecologia da economia. Noi vogliamo unire: l’Europa, i popoli, le generazioni. Unire per difendere il pianeta e chi subisce le conseguenze di un modello di sviluppo ingiusto, energivoro, disuguale.

Ai movimenti, alle associazioni, alle migliori esperienze civiche ed anche alle singole personalità interessate proponiamo, quindi, la costruzione di un nuovo patto, un’Alleanza eco-sociale per il clima, la democrazia e l’uguaglianza, rilanciando il progetto politico di un’Europa federale, con una comune politica estera e di difesa e con una forte autonomia strategica.

Avanziamo questa proposta proprio nei giorni in cui l’Unesco ci mette in guardia sulla minaccia che i cambiamenti climatici stanno portando ad una città d’arte e costiera come Venezia, con esiti disastrosi che potrebbero verificarsi ben prima di quanto gli stessi scienziati avevano previsto. E negli stessi giorni in cui il governo italiano mostra la faccia più feroce con i lavoratori a basso reddito, insabbiando la nostra proposta di legge sul salario minimo, e con i più poveri, cancellando con un sms la protezione del reddito di cittadinanza.

Ma noi abbiamo un dovere ulteriore, che non è solo quello di opporci. Dobbiamo saper costruire l’alternativa. Una delle più importanti novità degli ultimi anni è stata certamente l’irruzione sulla scena sociale e politica di movimenti animati dalle giovani generazioni, che hanno consentito al dibattito sul futuro dei nostri Paesi e del mondo di fare un passo in avanti. Questi movimenti da qualche anno mettono al centro l’inscindibilità di tre grandi questioni: l’ambiente, la democrazia e l’uguaglianza. Ed è proprio con questa consapevolezza – con l’urgenza che i problemi richiedono e con lo stesso entusiasmo dei movimenti giovanili – vogliamo provare a costruire il futuro, con speranza e con la forza delle nostre proposte. L’appuntamento che proponiamo – a tutti e tutte coloro che, come noi, credono sia possibile incidere sulle scelte fondamentali e cambiare realmente le cose – è per il prossimo ottobre.

Incontriamoci, confrontiamoci, costruiamo l’alternativa. Insieme.