L’ultimo «deterrente» di Trump contro i migranti: separare i genitori dai figli
American Psycho Washington vuole evitare nuovi Dreamer, tutelati da Obama e ora a rischio espulsione
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L’amministrazioneTrump, secondo fonti interne al governo che hanno parlato con il Washington Post, sta mettendo a punto un piano per separare i genitori dai loro figli, quando famiglie di illegali vengono scoperte in suolo americano.
QUESTA MOSSA AVREBBE lo scopo di scoraggiare le entrate illegali negli Usa, ma i gruppi che tutelano gli immigrati l’hanno subito definita draconiana e disumana. Secondo le leggi in corso, le famiglie di illegali vengono mantenute unite in attesa di una decisione in merito al loro rimpatrio: tutti i membri vengono portati in appositi centri di detenzione o rilasciati con una data di comparizione davanti a un giudice.
La legge che sta mettendo a punto questa amministrazione, invece, prevede che i genitori vengano mandati in centri di detenzione per adulti, mentre figli verrebbero collocati in altri centri, progettati per i giovani, sotto la tutela di uno «sponsor».
Questo tipo di politica piace molto alla Casa bianca ed è stata approvata dall’Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale responsabile del controllo di frontiere e immigrazione, stando a quanto hanno affermato tre impiegati al dipartimento di Homeland Security e uno della Casa bianca. Kirstjen Nielsen, segretario per la sicurezza interna, chiamata all’approvazione finale, non ha ancora firmato.
SUBITO DOPO L’ARRIVO di Trump, il flusso degli immigrati illegali provenienti dal confine meridionale degli Stati uniti, è diminuito drasticamente; ad aprile, secondo i dati del Customs and Border Protection, sono state registrate solo 11.677 entrate, il numero più basso degli ultimi 17 anni. Questa tendenza, però, non è rimasta stabile e a novembre il numero è salito a 29.086.
Sempre a novembre sono stati arrestati 7mila «nuclei familiari»e 4mila «minori non accompagnati». A preoccupare l’amministratore Trump è la possibilità di creare nuovi Dreamer, altri giovani entrati negli Usa illegalmente da bambini e che si formano negli Stati uniti, che Obama invece tutelava. E il rischio di incorrere nella separazione familiare è tra le soluzioni prese in considerazione come deterrente.
AMMINISTRAZIONI precedenti, non solo democratiche, hanno sempre evitato le separazioni familiari in quanto possono scoraggiare le richieste di asilo, forzando le persone a restare in situazioni potenzialmente letali nei Paesi d’origine, pur di mantenere uniti i nuclei familiari. Tyler Q. Houlton, un portavoce del Dipartimento per la sicurezza interna, ha affermato che la migrazione illegale dei bambini è di per sé crudele: «Il viaggio illegale è pericoloso, non è un posto per i bambini piccoli: bisogna esplorare tutte le misure possibili per proteggerli», ha detto.
Una misura protettiva, secondo questa amministrazione, consisterebbe bizzarramente nel separare i bambini dai loro genitori. Quella di paventare separazioni tra genitori e figli è chiaramente una mossa volta a scoraggiare le entrate illegali e poco importa se, per implementarla, serva il ricorso a bambini o ragazzi minorenni per fare pressioni dissuasive sui loro genitori. Non un problema etico o morale, in quest’era Trump.
IL GOVERNO AMERICANO sta già usando leggi anti migratorie di questo tipo: il Congresso, infatti afferma che le famiglie possono essere separate se i minori sono in pericolo a causa delle scelte dei genitori e immigrare illegalmente può venire considerato tale. Ma anche funzionari del dipartimento che sostiene l’applicazione rigorosa delle leggi sull’immigrazione affermano che si stia andando troppo in là.
E i giornali pubblicano storie di genitori che per giorni non hanno saputo dove fossero i loro figli, anche piccoli.
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