Dal palco della manifestazione di Roma “La via maestra” ha gridato il suo no alla guerra e ha portato il saluto degli obiettori di coscienza russi e dei pacifisti ucraini. Olga Karatch, nonviolenta bielorussa, femminista, leader del movimento per i diritti umani, condannata a morte dal regime di Lukashenko, vive ora a Vilnius in Lituania, ed è stata la voce internazionale della grande manifestazione della Cgil e delle tante associazioni che si sono ritrovate in Piazza San Giovanni “insieme per la Costituzione”. L’abbiamo incontrata nel retropalco, al termine del suo intervento, ancora emozionata, dopo essersi abbracciata con Maurizio Landini. «Vorrei innanzitutto ringraziare la Cgil per questo invito e le associazioni italiane che sostengono concretamente la nostra lotta, come Un ponte Per ed il Movimento Nonviolento, e la Campagna internazionale ObjectWar che vuole garantire protezione e asilo a obiettori di coscienza e disertori di Russia, Bielorussia e Ucraina coinvolti nella guerra», ci ha detto.

Dopo l’attacco di Hamas in Israele e la risposta su Gaza, la guerra si allarga sempre più.
Oggi abbiamo tutti paura anche solo di leggere le notizie. Perché nei telegiornali non si parla d’altro che della guerra: chi è stato ucciso, quanti sono i feriti, la quantità di armi che vengono impiegate. Abbiamo iniziato noi stessi a parlare in termini militari e non ce ne accorgiamo nemmeno. Ci stiamo abituando alla guerra e alle sue leggi, dove la vita di una persona non vale nulla e può essere facilmente sacrificata in nome di “vittorie future”. Tutto è stato stravolto. Chi si rifiuta di imbracciare le armi e non vuole andare al fronte è considerato un criminale.

Cosa pensi sia necessario fare per mettere un freno a questa deriva folle?
Bisogna sottrarsi alla guerra, non farla. Aiutare gli obiettori di coscienza e i disertori, ma è molto impegnativo. Non sono benvenuti da nessuna parte, anche se sostenerli costa meno di qualsiasi missile e salva vite umane.

Qual è la situazione degli obiettori nel tuo paese?
In Bielorussia, la diserzione è punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell’esercito comporta il carcere. Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati perché renitenti alla leva. Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini per aver tentato di sottrarsi al servizio militare in Russia o nei Paesi dell’Unione europea.

Cosa chiedi di fare per sostenere la vostra azione?
Nessuno fornisce protezione a queste persone; non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario. I rifugiati in Lituania sono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale e vengono inseriti in una lista nera con un divieto di ingresso nell’Ue per cinque anni, con il rischio di essere deportati in Bielorussia. Io chiedo che l’Unione europea svolga il suo ruolo per la pace, schierandosi fermamente a favore del cessate il fuoco e attivandosi per una soluzione politica del conflitto. A partire dal fare tutti gli sforzi necessari per garantire protezione e asilo agli obiettori di coscienza e ai disertori di Russia, Bielorussia e Ucraina .

Dalla manifestazione di Roma, con quali sentimenti torni a casa?
Salviamo coloro che non sono ancora stati uccisi: bambini, donne e anziani. Vogliamo preservare la vita umana. Fermiamo la guerra con mezzi pacifici e nonviolenti. Parliamo finalmente di pace, leggiamo notizie sulla pace e togliamo i giocattoli militari ai bambini, perché la guerra non è un gioco. Il mio compito è quello di garantire che coloro che non desiderano partecipare alla guerra non siano costretti a farlo, salvaguardando così i diritti umani, in particolare i diritti degli obiettori di coscienza.