Europa

L’Ue prepara un accordo con l’Egitto sui migranti, ma pensa anche all’energia

L’Ue prepara un accordo con l’Egitto sui migranti, ma pensa anche all’energia

A febbraio il via libera dei 27 Ad annunciarlo è stato Oliveér Varhelyi, commissario Ue al vicinato, al termine del Consiglio di associazione Egitto-Ue.

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 25 gennaio 2024

Sono anni ormai che dall’Egitto non partono barconi con i migranti eppure l’Europa si prepara a firmare un accordo con il Cairo sul modello di quello siglato a luglio del 2023 con la Tunisia e ha previsto la fornitura di tre motovedette insieme allo stanziamento di 87 milioni di euro per il controllo delle frontiere grazie anche alla collaborazione con l’Agenzia Frontex. E questo in attesa del via libera, previsto per i primi di febbraio, da parte dei 27 a una partnership più ampia che comprende investimenti per miliardi di euro in progetti riguardanti, oltre che le migrazioni, anche energia, mobilità, sicurezza, demografia e formazione del personale.

L’Unione europea prosegue quindi nella politica di sostenere le economie degli  Stati del Nord Africa nella speranza di fermare i flussi di migranti. Ad annunciare il nuovo accordo è stato due giorni fa a Bruxelles Oliveér Varhelyi, commissario Ue al vicinato, al termine del Consiglio di associazione Egitto-Ue. «Con l’Egitto stiamo parlando di un piano economico di investimenti da 9 miliardi di euro che era stato lanciato nel 2021», ha spiegato Varhelyi. «E’ un piano di investimenti, non nuovo, per affrontare le principali sfide comuni tra Egitto e l’Europa e riguardano la scarsità di acque, che crea crisi nel settore alimentare, l’aumento della popolazione che comporta maggiori richieste di cibo, e la necessità di diversificare l’economia dal turismo, puntando sul green e il digitale».

A spaventare Bruxelles sono i 9 milioni di migranti presenti in Egitto anche se, stando a un rapporto del 2023 della Euaa, l’Agenzia europea per l’asilo, la maggior parte di quelli che sono riusciti a partire lo ha fatto dalla Libia. Gli investimenti europei dovrebbero servire a garantire migliori condizioni di vita a quanti già si trovano nel paese nordafricano, ma a preoccupare Bruxelles è anche il numero crescente di cittadini egiziani che cercano di entrare in Europa a causa della situazione economica sempre più difficile del paese. Da qui la necessità di inserire anche l’Egitto nell’elenco dei paesi con i quali è necessario avviare una partnership (il prossimo potrebbe essere il Marocco).

La notizia dell’imminente accordo arriva alla vigilia del 13esimo anniversario della rivolta di piazza Tharir (25 gennaio 2011) e suscita preoccupazione per la sistematica violazione dei diritti umani in Egitto. «L’Ue deve evitare gli errori commessi in Tunisia, Turchia e Libia», ha avvertito Amnesty international. «Le autorità egiziane arrestano regolarmente rifugiati e migranti perché sono entrati o soggiornano nel Pese in modo irregolare, li detengono in condizioni crudeli e disumane e ne deportano illegalmente alcuni senza un’adeguata valutazione delle loro esigenze di protezione». Ai leader europei Amnesty chiede inoltre di fare pressione sulle autorità egiziane «affinché rilascino le migliaia di persone che languiscono in detenzione arbitraria, allentino la loro morsa sulla società civile e rispettino i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica».

Come accade ormai sempre più spesso, però, a tenere banco sono anche gli investimenti, soprattutto in campo energetico. «L’Egitto può diventare non solo un fornitore affidabile di gas ma anche una fonte affidabile di energia rinnovabile», ha concluso Varhelyi. «Il potenziale dell’Egitto in termini di elettricità verde è difficile da eguagliare».

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