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L’Ue accoglie 4 milioni di ucraini. Senza gridare all’emergenza

L’Ue accoglie 4 milioni di ucraini. Senza gridare all’emergenzaIl Centro di prima accoglienza per i profughi in arrivo dall’Ucraina presso la Stazione Centrale a Milano – LaPresse

Dati Eurostat In Italia sono 159mila. Più dei 136mila migranti sbarcati nel corso di quest’anno

Pubblicato circa un anno faEdizione del 7 ottobre 2023

Sono quasi 4,2 milioni le persone fuggite dall’Ucraina che al 31 agosto scorso beneficiavano della protezione temporanea nel territorio dell’Unione europea. Hanno praticamente tutte la cittadinanza di Kiev (98%). Il 2% mancante è composto da familiari e persone che godevano della protezione nazionale/internazionale in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, quando ha avuto inizio l’aggressione di Putin.

I numeri sono stati pubblicati ieri da Eurostat. Secondo l’ufficio statistico comunitario il 46,5% sono donne adulte. Non è invece indicata in maniera precisa l’incidenza degli uomini. In termini assoluti è la Germania il paese che accoglie di più, con quasi 1,2 milioni di persone. Seguono Polonia (960mila) e Repubblica Ceca (365mila). L’Italia si ferma in sesta posizione con 159mila profughi. Più di tutti i migranti sbarcati quest’anno (136mila).

Interessante anche il confronto con i numeri complessivi di Frontex sugli «attraversamenti illegali di frontiera» in tutta la Ue dal 2009 al 2023. Mettendoli tutti insieme si arriva a quota 4,5 milioni. Cifra che non corrisponde ai migranti arrivati, né tanto meno agli «irregolari». Perché una persona respinta può riprovare ad attraversare il confine e dunque essere contata più volte. Perché in quel calcolo rientrano una buona fetta dei richiedenti asilo.

In ogni caso si può dire che in 15 anni gli «attraversamenti illegali di frontiera» – contro i quali si finanziano autocrazie e milizie, si creano nuovi reati e si mettono in discussione diritti di rango costituzionale – sono stati all’incirca pari agli ucraini accolti in un anno e mezzo. Accoglienza dovuta, ovviamente, che fa molto meno rumore di alcune decine di migliaia di persone in fuga da guerre, persecuzioni e fame. Tutte cose che uccidono come e più delle bombe russe.

Gli ucraini hanno potuto godere di una corsia accelerata grazie all’attivazione, per la prima volta nella storia, della direttiva 55/2001 sulla protezione temporanea. Questa ha garantito loro la possibilità di muoversi sul territorio europeo, lavorare e avere accesso ai diritti sociali senza dover attendere l’iter della richiesta d’asilo.

Sulla pelle dei cittadini di Kiev, almeno in Italia, nessuna forza politica ha speculato politicamente. Gli episodi di cronaca nera che pure li hanno visti coinvolti non sono diventati pretesto per campagne xenofobe o strette securitarie. Così nessun partito ha gridato all’invasione, ha chiesto di detenerli o mandarli altrove. Potrebbe andare così anche con gli altri. È questione di volontà politica, non di numeri.

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