L’onda verde alla conquista della Ue
Verso il voto del 2019 Modello Grünen. La tedesca Ska Keller, classe 1981, capolista degli ecologisti europei
Verso il voto del 2019 Modello Grünen. La tedesca Ska Keller, classe 1981, capolista degli ecologisti europei
Due giorni dopo l’elezione dei candidati di punta per le prossime elezioni europee, i sondaggi misurano l’«onda verde» capace di travolgere Spd e Union alle ultime elezioni in Baviera e Assia. Certificano che il vento politico continua a soffiare sul partito ambientalista ma la clamorosa marea di consensi, invece di crescere, è calata fino al 19% a livello nazionale.
COMUNQUE, l’alternativa ecologista continua a raccogliere i frutti del programma «contro il cambiamento climatico, i populisti e il nazionalismo» e a favore della svolta «sociale» anche «femminista». Così i Verdi hanno appena conquistato la «rossa» Berlino, dove governano con il placet del 24% degli elettori (dato Infratest del 21 novembre) distanziando di ben otto punti gli alleati di coalizione Spd e Linke.
Un modello ben impresso anche nei delegati del congresso dei Verdi europei chiuso qui domenica con l’investitura della coppia di «Spitzkandidat» per l’Europarlamento del 2019.
LA GERMANIA FESTEGGIA la nomina, doppiamente fresca, di Ska Keller, classe 1981, «ragazza dell’Est» nata e cresciuta al confine polacco, eletta insieme all’olandese Bas Eickhout «per sfidare il fronte populista» al voto del prossimo 26 maggio. Partono dal 6,7% raccolto dai Verdi nel 2014 e proveranno a sbarrare la strada all’elezione di Manfred Weber (Csu), candidato dell’Union, contando sulla sponda dei liberali guidati dal Fdp, ex partner nella coalizione Giamaica.
In ogni caso, al di là delle strategie, «ora è il momento giusto: un movimento verde sta attraversando l’intera Europa» ha spiegato Keller, insieme alla conferma dell’impegno del partito in «difesa dello stato di diritto attaccato dalle forze della destra». Viaggia di pari passo con la lotta al diktat di «profitto e crescita» fino a oggi al centro delle politiche di Bruxelles e per «un’Europa fondata su sociale e ambiente».
UNA SVOLTA prima di tutto culturale, come insegna la battaglia (anche) dei Verdi per istituire l’8 marzo come festività pubblica nello Stato di Berlino. Progetto-guida per tutti gli altri Land della Bundesrepublik appoggiato dall’intera giunta rosso-rosso-verde ma che nei Grünen è diventato fisiologico: «Il Comitato per l’uguaglianza e i diritti delle donne è parte integrante dei Verdi» scandisce la deputata berlinese Nina Stahr: altra giovane leader dell’«onda verde» decisa a rompere gli schemi non solo del populismo.
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