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L’omicidio del vescovo di Los Angeles, che lottava per i migranti

L’omicidio del vescovo di Los Angeles, che lottava per i migranti

Stati uniti La polizia ha arrestato un uomo, ma ancora non si conosce il movente

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 febbraio 2023

I David O’Connell, vescovo 69enne di Los Angeles, è stato trovato morto nel suo letto, colpito al petto da un colpo di pistola. Diverse fonti hanno affermato che le indagini finora non hanno rivelato segni di effrazione e che il crimine non è un incidente. La polizia ha arrestato un sospetto ma non ha ancora reso pubblica la sua identità, né quella della persona che ha chiamato per avvisare che c’era un uomo «ferito, che sanguinava e non respirava più».

Pochi dettagli sono stati comunicati sull’arresto: il sospettato è un uomo arrestato a Torrance, legato a una donna che aveva accesso alla casa di O’Connell.
L’arcivescovo di Los Angeles, José Gomez, ha ricordato O’Connell descrivendolo come «un artigiano della pace con il cuore rivolto ai poveri e agli immigrati». Il vescovo si era trasferito in California dall’Irlanda nel 1979, aveva prestato servizio come viceparroco in numerose comunità cattoliche di Los Angeles, prima di venire promosso a vescovo ausiliare nel 2015. Il suo lavoro è sempre stato teso a facilitare l’integrazione degli immigrati latinoamericani in California, è stato infatti a capo dell’Interdiocesan Southern California Immigration Task Group, il cui compito è quello di assistere le famiglie e i bambini in cerca di asilo provenienti dall’America Centrale. O’Connell aveva svolto il suo lavoro nei quartieri più poveri e violenti di Los Angeles, concentrando i suoi sforzi sulla scolarizzazione: aiutava i bambini ad andare a scuola, e a restarci fino al diploma.

Negli anni ’90, aveva giocato un ruolo chiave cercando di fare da ponte e pacificare le relazioni tra i residenti dei quartieri in rivolta e le forze dell’ordine dopo il pestaggio dell’afroamericano Rodney King da parte della polizia. «I giovani migranti sono diventati una metafora di tutta la nostra società» aveva dichiarato in una intervista recente al Los Angeles Times.
Alla notizia della sua morte si sono susseguiti i comunicati dei gruppi di attivisti, che hanno ricordato il vescovo parlando del suo impegno per la giustizia sociale la dedizione al servizio delle comunità nere e latine e, in un raro caso di comunanza di vedute, a loro ha fatto eco lo sceriffo della contea di Los Angeles Robert Luna, che ha definito il vescovo un «pacificatore» che «aveva una passione per servire i bisognosi mentre migliorava la nostra comunità».

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