L’Oklahoma contro Johnson & Johnson: «Metodi da boss della droga per vendere farmaci potenzialmente letali»
Epidemia da oppioidi negli Usa Via al primo storico processo contro una casa farmaceutica. Il procuratore generale reaganiano all'attacco: «4653 nostri cittadini sono morti per l'avidità dell'industria»
Epidemia da oppioidi negli Usa Via al primo storico processo contro una casa farmaceutica. Il procuratore generale reaganiano all'attacco: «4653 nostri cittadini sono morti per l'avidità dell'industria»
Negli Stati uniti è cominciato un processo che vede l’Oklahoma citare la compagnia farmaceutica Johnson & Johnson, accusata di «una cinica e ingannevole campagna di lavaggio del cervello da milioni di dollari» per incrementare le vendite dei suoi potenti antidolorifici a base di oppiacei.
Questo processo non solo è storico ma è anche il primo test importante per vedere se uno Stato può incolpare e far pagare a un’industria farmaceutica i costi dell’epidemia di dipendenza da oppiacei che negli Usa è una vera e propria emergenza nazionale.
Il procuratore generale dell’Oklahoma, Mike Hunter ha già vinto due processi: contro grosse compagnie farmaceutiche: la Purdue Pharma, produttorice dell’oppiaceo OxyContin, condannata a pagare danni per $270 milioni, e la Teva Pharmaceuticals, uno dei maggiori produttori di farmaci generici, che ha dovuto pagare altri $85 milioni.
Hunter ora punta a Johnson & Johnson e sostiene che la compagnia agisca con logiche e modalità degne di un boss della droga, creando un pericolo per i consumatori che, oltre a costare miliardi di dollari, ha distrutto migliaia di vite. Ovviamente Johnson & Johnson nega le accuse, ma questo è il primo di circa 2.000 processi che sono in preparazione in tutto il Paese.
La crisi da dipendenza da oppioidi è iniziata quando, all’inizio degli anni 2000, i medici Usa hanno cominciato a prescrivere questi forti antidolorifici per infortuni e dolori cronici o post operatori. Questi farmaci sono a base si hydrocodone (Vicodin, le pillole di cui nella serie tv era dipendente Dr House), oxycodone (OxyContin, Percocet, Percodan, Tylox) e fentanyl, e provocano una forte dipendenza, per cui una volta che non si ha più la ricetta, si passa al mercato nero. O all’eroina.
Il concetto che il dolore debba essere trattato come il «quinto parametro vitale», insieme a temperatura, pressione, pulsazioni e respirazione, è stato introdotto dall’American Pain Society nel 1996, così a cavallo del 2000 gli ospedali Usa hanno cominciato ad essere valutati anche sulla gestione del dolore, e spronati a trattarlo in modo aggressivo. Per rispondere a questa necessità sono nati questi farmaci potentissimi, usati come Kalashnikov per sparare ai moscerini.
«Dal 2007 al 2027 – ha affermato Hunter di fronte al giudice – 4653 nostri cittadini sono morti per overdose che coinvolgeva prescrizione di oppioidi, e dal 2012 al 2018 ci sono stati più di 28 mila casi di ammissione in programmi per il trattamento di disintossicazione da oppioidi ed eroina. ,Come è successo? Ho una breve risposta: avidità».
Il procuratore generale dell’Oklahoma, che non é un liberal ma un repubblicano reaganiano, ha affermato che le prove in suo possesso mostreranno come per mera avidità le compagnie farmaceutiche «nel loro zelo di fornire una medicina magica hanno voluto ignorare le analisi scientifiche ben documentate di epidemie di dipendenza mortale, e hanno intrapreso una cinica, campagna pubblicitaria ingannevole multimilionaria di lavaggio del cervello per questi analgesici oppioidi».
Hunter ha detto che la sua squadra ha analizzato milioni di documenti da Big Pharma e raccolto centinaia di deposizioni di funzionari. «Siamo certi che queste aziende siano la causa dell’epidemia nel nostro Stato e nel nostro Paese» ha affermato Hunter.
Il caso è stato ascoltato dal giudice di Stato Thad Balkman, che ha permesso alle telecamere di trasmettere in diretta il processo. «È sempre importante quando c’è una prima prova di questo tipo – ha detto alla Cnn Carl Tobias, professore di legge all’Università di Richmond – Questo caso potrà fornire una road map per gli altri Stati che vogliono intraprendere lo stesso percorso».
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