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Lo stadio arriva in Aula, ma il progetto non c’è

Lo stadio arriva in Aula, ma il progetto non c’èIl rendering del progetto Stadio della Roma

Roma Consiglio straordinario capitolino sulla cittadella di Tor di Valle. Senza documenti. Il M5S vota compatto l’odg che riassume i criteri. Solo l’assessore Montuori a riportare i termini dell’accordo tra la sindaca Raggi e i proponenti dell'opera

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 24 marzo 2017

A pochi giorni dalla scadenza del 5 aprile, data ultima e non più prorogabile della Conferenza dei servizi, e alla prima assemblea pubblica che il consiglio capitolino ha dedicato, con seduta straordinaria, alla costruzione del nuovo stadio della Roma, il progetto non c’è. E non c’è stata, a dire il vero, neppure una vera e propria discussione in aula Giulio Cesare, animata ieri mattina sicuramente più dagli spettatori (tra loro molte associazioni di quartiere) che dai “teatranti”. Assente – assolutamente giustificata – la sindaca, mancavano però anche il suo vice Luca Bergamo e l’assessore allo sport Daniele Frongia. L’immagine dei banchi del M5S (e non solo) rimasti semivuoti a lungo restituivano il senso di solitudine di un assessore, Luca Montuori, da poco responsabile dell’Urbanistica dopo le dimissioni di Paolo Berdini, cui è stato lasciato un ingrato compito.

AVREBBE DOVUTO ESSERE la prima notifica istituzionale dell’accordo raggiunto dalla giunta pentastellata con il dg della Roma Mauro Baldissoni nella sera del 24 febbraio scorso e annunciato sulle scalette del Campidoglio da una raggiante e sfinita Virginia Raggi. Ma l’assessore non ha potuto che mettere la mani avanti: «Non siamo qui a presentare un progetto – afferma Montuori – chiunque abbia pensato o abbia indotto altri a pensare che si potesse realizzare un nuovo progetto in così poco tempo non vuole capire la complessità di questo intervento». C’è solo un «percorso» concordato con i proponenti, la rassicurazione «che l’interesse pubblico sarà mantenuto», rimodulato in una nuova delibera – annunciata da Montuori – che correggerà la 132 approvata durante la giunta Marino, e un Ordine del giorno del M5S che vota all’unisono come un sol uomo.

ED È L’UNICO ODG APPROVATO, con 25 sì, 8 no e un astenuto (cassato perfino quello “mite” presentato da Stefano Fassina che chiedeva di «portare in aula il progetto prima del 5 aprile, altrimenti sarebbe una grave mancanza di rispetto per i cittadini»), ma al buio: stilato all’ultimo momento e senza alcun intervento per illustrarlo. L’Odg impegna la giunta a realizzare un progetto a Tor di Valle che risponda ad alcuni precisi criteri: «Riduzione di oltre il 50% delle cubature del business park eliminando le tre torri del precedente progetto; realizzazione di edifici a basso impatto ambientale e con elevati standard energetici; predisposizione di una convenzione che dia priorità e che garantisca la realizzazione delle opere di interesse pubblico dell’area e quelle necessarie per la fruibilità dell’opera; risoluzione delle note problematiche di carattere idrogeologico dell’area».

E ANCORA, «MASSIMA accessibilità all’area» tramite: «Trasporto pubblico di linea con servizio per minimo 20 mila passeggeri l’ora sull’intera tratta della Roma-Lido, a cui vanno garantiti ulteriori 7.500 passeggeri l’ora sulla FL1 (la linea ferroviaria per Fiumicino aeroporto, ndr) durante gli eventi sportivi; la messa in sicurezza e l’unificazione della via Ostiense almeno nell’intero tratto urbano tra il Gra e viale Marconi, e l’ampliamento del parco fluviale già inserito nel precedente progetto».

Un documento che è il sunto di quanto esposto in Aula dall’assessore Montuori (il quale anche il giorno prima aveva ammesso: «Finora della cosa ne ho sentito parlare solo attraverso tabelle di Excel»), e che nulla aggiunge a quanto già annunciato un mese fa dalla sindaca Raggi. Ma è giusto così, rivendicano i consiglieri pentastellati: «È la ratifica in aula dell’esito del confronto che c’è stato tra i proponenti dell’opera e il Comune», spiega al manifesto Pietro Calabrese.

IL PD INVECE PROTESTA vivacemente e una battagliera Michela Di Biase (riesce a far tornare in aula l’assessore Montuori che evidentemente si era stancato di ascoltare le critiche) ricorda: «La dichiarazione “abbiamo un nuovo progetto” non è stata fatta dal Pd ma qualche tempo fa dalla sindaca Raggi a mezzo stampa». E  Giulio Pelonzi prevede che il «progetto non ci sarà nemmeno entro il 5 aprile. Bisognerà quindi cominciare l’iter daccapo, che vuol dire che il percorso amministrativo durerà per almeno 2 anni». Nel merito, insomma, nulla di nuovo anche  da  quel lato dell’emiciclo. Per fortuna – o per sfortuna – come dicono i 5 Stelle, «Roma ha almeno 13 urgenze, lo stadio è al dodicesimo posto».

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