Lo sponsor dello scandalo
Turchia Andrea Pirlo allenerà il Fatih Karagümrük, team di Istanbul pagato dalla turca Vavacars, società del gruppo petrolifero olandese Vitol. Una vita di affari dietro le quinte, dal serbo Arkan ai miliziani libici fino alle condanne per corruzione negli Usa
Turchia Andrea Pirlo allenerà il Fatih Karagümrük, team di Istanbul pagato dalla turca Vavacars, società del gruppo petrolifero olandese Vitol. Una vita di affari dietro le quinte, dal serbo Arkan ai miliziani libici fino alle condanne per corruzione negli Usa
Andrea Pirlo, per un compenso di 1,5 milioni di euro, allenerà per un anno una squadra di calcio in Turchia. Ma chi pagherà esattamente lo stipendio di Pirlo in questa profondissima crisi economica in cui è immersa la Turchia?
La nuova squadra dell’ex juventino si chiama Vavacars Fatih Karagümrük. Karagümrük è un piccolo quartiere che fa parte del Municipio di Fatih a Istanbul. A due passi dal Corno d’Oro e nel cuore della vecchia Costantinopoli, è una delle zone più trafficate, popolate e antiche della città. La squadra nasce qui nel 1926 e dal 2020 gareggia in Super Lig, la Serie A turca.
NEL SUO PRIMO ANNO in Super Lig, la squadra è affidata a un altro italiano, Francesco Farioli. Proprio in quel periodo di piena pandemia, nel 2021, tra la società di Karagümrük e Vavacars viene sigillato un accordo di sponsorship per due anni.
La firma a nome della società viene messa dal presidente Suleyman Hurma, mentre per l’azienda da Lawrence Merritt, co-fondatore e amministratore delegato.
Merritt, dopo una serie di esperienze nel mondo del web marketing, approda in Turchia e nel 2018 fonda insieme ad altri la società di valutazione e compravendita di macchine usate.
VAVACARS NASCE all’interno del gruppo Petrol Ofisi, distributore di carburante più grande del paese, acquistato nel 2017 dalla compagnia olandese Vitol per un miliardo e 368 milioni di euro dall’ex proprietario australiano OMV.
Vitol non è un nome molto conosciuto, ma è la più grande azienda privata mondiale nel campo del commercio del petrolio. Ha più di 30 sedi, circa 4mila dipendenti e fattura all’anno 300 miliardi di dollari. In poche parole ciò che fa è comprare e rivendere petrolio e i suoi derivati.
Vitol, sempre nel 2021, ha deciso di investire anche nelle batterie elettriche firmando un accordo di 250 milioni di dollari con la cinese BYD Co, l’azienda che ha venduto al Comune di Torino circa 60 bus elettrici in questi ultimi due anni.
PURTROPPO il nome di Vitol ha fatto parte anche della cronaca. Nel 2021 la compagnia petrolifera statale messicana Pemex ha annullato tre contratti con Vitol per un grande scandalo di corruzione avvenuto, e documentato, negli Usa in merito ai suoi affari in America latina: nel 2020 aveva pagato 135 milioni di dollari di multa, la decisione è tuttora reperibile sul sito del ministero della Giustizia degli Usa.
Non è una novità per la Vitol. Secondo un’indagine del The Observer Bob Finch, ex direttore di Vitol, pagò al criminale di guerra serbo Željko Ražnatovic (Arkan) un milione di dollari perché lo aiutasse a firmare un accordo petrolifero con l’allora regime di Milosevic.
Nel 2007 la Vitol è stata dichiarata colpevole da un tribunale di New York per aver lavorato con la compagnia petrolifera nazionale irachena durante il regime di Saddam Hussein e per aver aggirato il programma dell’Onu «petrolio in cambio di cibo». Vitol ha successivamente pagato 17,5 milioni di dollari di risarcimento.
SECONDO UN ARTICOLO pubblicato sul Financial Times, nel 2011 Vitol ha organizzato l’acquisto di petrolio crudo da un gruppo di miliziani in Libia per conto di un’azienda qatariota e statunitense. Secondo il quotidiano questo giro di affari aveva anche l’obiettivo di sostenere alcune spese del Consiglio nazionale di transizione in Libia in campo tecnologico.
Nel 2012, invece, la Reuters ha accusato l’azienda olandese di fare affari con l’Iran nel campo del gas nonostante l’embargo internazionale. Vitol ha rigettato le accuse. Nel 2013, The Daily Telegraph sosteneva che l’azienda olandese avesse usato per decenni un sistema offshore per evitare di pagare le tasse nel Regno unito.
Invece nel 2021 i tribunali francesi hanno condannato Vitol a pagare cinque milioni di euro con l’accusa di manipolazione del mercato dell’energia in Francia. Infine, Ian Taylor, ex ceo dell’azienda, era conosciuto per il suo sostegno economico al Partito conservatore britannico e per la sua donazione di 500mila sterline alla campagna “Better together” che promuoveva il no nel referendum per l’indipendenza della Scozia.
VITOL HA FATTO affari anche in Turchia comprando la Petrol Ofisi che controlla circa il 24% delle stazioni di benzina del paese e ha già una serie di accordi per fornire carburante agli enti pubblici e le aziende statali. Con quest’acquisto Vitol si trova nel piatto un dominio pari all’80% del mercato di fornitura di carburante per gli aeroporti della Turchia.
Entrando nel mercato turco investe in un paese che compra circa il 90% del suo fabbisogno nazionale dall’estero e ha la tassazione più bassa dell’Europa sul carburante. Questo importante vuoto tra fornitura e vendita viene compensato dallo Stato.
Secondo il MEES, sito di approfondimento su energia e geopolitica del Medio Oriente, Vitol si sta facendo strada nel Mediterraneo orientale con l’intento di controllare il mercato dei nuovi giacimenti.
In quest’ottica le aree di Cipro, Turchia e Grecia sono ideali per iniziare già oggi ad aumentare gli investimenti. Ecco il nuovo datore di lavoro di Andrea Pirlo. Rimane da vedere se la Vitol anche in Turchia cercherà di sostenere i partiti conservatori ed evadere il fisco, finire negli scandali di corruzione oppure aggirare gli embarghi come ha fatto in precedenza.
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