Lo scandalo tedesco dei neonazisti nelle forze armate
Germania La ministra della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer licenzia il presidente del Mad, il servizio di controspionaggio militare, per gli scarsi risultati nella caccia agli estremisti di destra nella Bundeswehr
Germania La ministra della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer licenzia il presidente del Mad, il servizio di controspionaggio militare, per gli scarsi risultati nella caccia agli estremisti di destra nella Bundeswehr
La “testa” eccellente a rotolare è quella di Christof Gramm, da gennaio 2015 presidente del Mad: il servizio di controspionaggio militare della Repubblica federale. Quarantotto ore fa la ministra della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer ha deciso di sollevarlo improvvisamente dall’incarico «con il suo consenso».
Ufficialmente, la lotta contro il neonazismo incistato nelle forze armate richiede «ulteriori sforzi e dinamiche» come tiene a precisare l’ex delfina di Angela Merkel.
Di fatto, invece, la clamorosa decapitazione dell’intelligence verde oliva si deve agli scarsi risultati nella caccia agli estremisti di destra mimetizzati sotto le mostrine di esercito, aeronautica e marina. Mele marce? Mica tanto: attualmente sono oltre 700 i neonazisti “infiltrati” nella Bundeswehr secondo il più recente rapporto del Mad al Parlamento.
Così, rivela lo Spiegel, la ministra Cdu giovedì ha raggiunto il quartiere generale del Mad a Colonia con la propria automobile per «una lunga conversazione» con Gramm, prima di assumere l’irrevocabile decisione di sostituirlo entro trenta giorni. Per il capo del servizio significa pensione anticipata e fine della lunga carriera all’ombra delle forze armate.
«Il mio obiettivo è che il Mad diventi la punta di diamante nella lotta contro l’estremismo nella Bundeswehr» ha riassunto ieri Kramp-Karrenbauer agli elicotteristi della base militare di Fassberg, in Bassa Sassonia. Provando a convincere non solo i soldati che la situazione non è affatto fuori controllo.
Peccato che l’ultimo caso risalga ad appena dieci giorni fa, con la sospensione dal servizio di un sottufficiale delle forze speciali sospettato di simpatie nazi. Fa il paio con altri due ufficiali immortalati mentre si esibiscono nel “saluto a Hitler” durante una festa, e collima con altri venti casi analoghi registrati nei reparti di élite dell’esercito.
Un vero e proprio virus che il presidente del Mad non è riuscito a debellare nonostante i 1.255 dipendenti e il budget annuale di oltre 113 milioni di euro. Un’epidemia partita da lontano e sviluppata nelle più disparate forme di contagio: dalle minacce a Merkel di un carrista della Panzerdivision («bisogna metterla al muro») al razzismo tra le reclute in libera uscita («sparare ai negri») fino agli avieri dell’aeroporto di Neuburg pronti a commemorare il maggiore Werner Mölders che nel 1936 con la “Legione Condor” massacrò i civili spagnoli.
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