Livio Maitan (1923/2023), con lo sguardo rivolto al futuro
L'anticipazione La sintesi di uno degli interventi al convegno in programma oggi a Roma in occasione del centenario della nascita di uno dei protagonisti del marxismo rivoluzionario. La strada percorsa dall’adesione alla Quarta Internazionale nel ’48. Poi Lcr, Dp e Rifondazione
L'anticipazione La sintesi di uno degli interventi al convegno in programma oggi a Roma in occasione del centenario della nascita di uno dei protagonisti del marxismo rivoluzionario. La strada percorsa dall’adesione alla Quarta Internazionale nel ’48. Poi Lcr, Dp e Rifondazione
Il venticinquenne Livio Maitan, nato a Venezia il 1° aprile del 1923, aveva aderito alla Quarta Internazionale nel 1948. Veniva dalla militanza nel socialismo italiano, ricostituitosi dopo il fascismo, da cui mosse per fondare, con altre e altri, i Gruppi comunisti rivoluzionari, un’organizzazione che, dopo avere assunto nel 1979 la denominazione di Lega comunista rivoluzionaria, si sciolse nel 1989 in Democrazia proletaria, per poi confluire nel nascente Partito della rifondazione comunista, formazione all’interno della quale visse gli ultimi anni di militanza politica, fino alla morte avvenuta il 16 settembre 2004.
Una strada percorsa, per dirla col titolo del libro delle sue memorie, pubblicato nel 2003, in circa sessant’anni di storia del movimento operaio in Italia e a livello internazionale spesso o quasi sempre vissuti in prima persona, nel cuore delle mobilitazioni di massa, da cui ricavava spunti per l’elaborazione politica e teorica, controllata da un metodo d’indagine rigoroso.
TRA I SUOI MERITI aver contribuito in maniera determinante alla pubblicazione delle opere di Trotsky in Italia e, più in generale, del marxismo con saggi e libri, nei quali una felice penna polemista aiuta l’attitudine all’elaborazione teorica, che non si limita alla ripetizione dei «dogmi» del marxismo, ma si esercita invece nel tentativo di renderlo utile alla comprensione del presente, senza stravolgerne le basi. Uno stile di scrittura politica e teorica che poggia su un substrato di cultura legata agli studi classici, e una congenita curiosità e sete di conoscenza che lo hanno caratterizzato fin dalla giovinezza.
Ne è testimonianza il suo archivio personale ricco di documenti, libri e riviste che, grazie all’impegno e alla competenza di diverse compagne e compagni, è oggi consultabile a Roma – in via Elisabetta Canori Mora, 13 – presso la biblioteca che porta il suo nome.
Per Livio Maitan c’è stato un tempo lungo per fare e agire politicamente e un tempo, molto più breve, della memoria, del bisogno di raccontare e di ricordare. L’attività politica, se mantenuta e svolta con intensità e partecipazione, non lascia spazi e non trova luoghi per pensarsi compiutamente sotto forma di storia come autobiografia.
Solamente in quelli che si sarebbero rivelati gli anni finali della sua vita, l’urgenza della memoria prese il sopravvento, probabilmente sospinto dal bisogno di trarre un bilancio biografico dopo anni di militanza e dal contesto nel quale si trovò a vivere dagli anni Novanta, quando il mondo cambiò radicalmente rispetto a quello nel quale aveva vissuto e operato coscientemente per quasi cinquant’anni.
SI PUÒ PARLARE, per quest’ultima fase, dell’elemento delusione, che spesso accompagna ed è di stimolo alla memoria, quando prevale un senso di sconforto per il mondo in cui si vive? Se per fase della delusione s’intende quella in cui un uomo non chiede più nulla a se stesso, vive di rammarichi e di lamenti, allora la risposta non può che essere negativa.
L’attivo interesse per i fatti del mondo nel quale viveva è stato interrotto solo dalla morte. Anche nella parte finale della sua vita è rimasto aggrappato al tormentoso rapporto tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà, già enunciato in una lettera nel lontanissimo 1949. Come reagire, si chiedeva, al pur oggettivo stato di demoralizzazione derivante dalla disparità esistente tra il bisogno di un’organizzazione rivoluzionaria e le difficoltà di costruirla?
COSÌ RISPONDEVA al dilemma: «l’esigenza generale sarebbe quella di avere un partito organizzato. Date le circostanze siamo costretti a muoverci in un ambito più ristretto. Potrebbe però anche darsi – crepi l’astrologo – che neppure questi compiti ridotti fossero assolvibili in questa fase, ma in nessun modo giustificherebbe né una resa a discrezione né una semplice demoralizzazione: ci sarebbe sempre qualche cosa di importante da fare».
Alla Biblioteca nazionale centrale e in streaming
Nel centenario della nascita di Livio Maitan presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, viale Castro Pretorio, dalle 9,30 alle 18,30 di oggi si svolge un convegno internazionale organizzato dalla Biblioteca Livio Maitan, con il sostegno di Sinistra Anticapitalista – in streaming: www.liviomaitan.wordpress.com.
Tra i temi affrontati: le vicende politiche italiane e il suo ruolo nella costruzione della sezione italiana della IV Internazionale, il suo impegno a livello internazionale nel movimento trotskista e il contributo teorico che ha dato al dibattito del movimento operaio in oltre mezzo secolo.
Interventi, tra gli altri, di Luciana Castellina, Lidia Cirillo, Mauro Buccheri, Gigi Malabarba, Maurizio Acerbo, Fausto Bertinotti, Salvatore Cannavò, Eliana Como, Diego Giachetti, Silverio Corvisieri, Penelope Duncan, Manuel Garì Ramos, Dave Kellaway, Enzo Traverso, Franco Turigliatto.
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