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Liguria, caccia all’ultimo voto nelle periferie di Genova

Liguria, caccia all’ultimo voto nelle periferie di GenovaMarco Bucci e Andrea Orlando – Luca Zennaro/Ansa

Elezioni regionali Tra focacce e grandi opere la sinistra tenta la riconquista. Oggi Meloni contro Schlein

Pubblicato 15 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Andrea Orlando in pellegrinaggio tra le focaccerie di Voltri, Marco Bucci a tagliare il nastro dello storico teatro Verdi di Sestri Ponente. Il candidato del centrosinistra sa che il ponente genovese può essere la chiave di questa sfida all’ultimo voto: è in queste periferie, dove in tanti accusando il sindaco di averli abbandonati, che negli ultimi anni il centrosinistra ha recuperato voti. Ed è proprio qui che può scattare il sorpasso su Bucci.

PER IL SINDACO ieri è stata una giornata paradossale: al mattino, durante il giro al mercato di piazza Palermo, una delle candidate nelle sue liste, Lucia Alivetri di Fdi, è stata derubata del portafoglio. Spiacevolissimo incidente, anche perché Bucci nel pomeriggio a Sestri ha firmato il «patto per la sicurezza» con il viceministro leghista delle Infrastrutture Edoardo Rixi, dominus della Lega in Liguria. Che è anche capolista della Lega alle regionali: «Tutti sanno che non andrò in consiglio regionale, ma ho voluto metterci la faccia in questa campagna», spiega. Il patto prevede le solite ricette contro la microcriminalità, più fondi e dotazioni alla polizia locale, più la novità di «corsi di autodifesa» destinati agli over 70 per evitare le truffe. Il sindaco, nel suo tour per la grande via pedonale, riceve saluti ma anche contestazioni. Come quella di un signore: «Ci avete abbandonato, pensate solo al centro e ai turisti».

L’INCHIESTA che pochi mesi fa ha travolto la giunta di centrodestra sembra lontana dalle priorità dei cittadini, molto più interessati alle condizioni dei loro quartieri, specie nel ponente di Genova. Orlando gira per Voltri con Rita Bruzzone, consigliera comunale che tenta ora il salto in regione, che nel 2023 guidò una marcia di 5mila cittadini fin sotto il Comune per dire no alla produzione dei cassoni della nuova diga vicino alla spiaggia di Voltri: «È stata la prima vera manifestazione contro Bucci».

ORLANDO, nonostante la tensione per una sfida che era iniziata in discesa e poi si fatta più dura, sembra a suo agio nei panni del candidato. Ha persino portato una troupe di Primo canale a casa dei suoi genitori a La Spezia, una faglia nel muro che da sempre ha eretto attorno alla sua vita privata e familiare. Sui social il video «è andato benissimo», assicurano dal suo staff. Una delle chiavi della partita infatti è umanizzare l’ex ministro, uno che a Spezia vive in una casa di periferia riscattata dal nonno e frequenta ancora gli amici delle elementari, ma che paga la carriera romana e ministeriale. Bucci è più piacione: quando in via Sestri gli capita di infilare un volantino nelle mani di un iscritto Cgil, che protesta educatamente, lo redarguisce: «I tuoi parlano, io faccio».

Ed è in questa narrazione dell’«uomo del fare», molto berlusconiana, un’altra delle chiavi di questa sfida: lui gronda efficientismo, forte della rapida ricostruzione del ponte Morandi, assicura «grandi opere», e pazienza se i soldi scarseggiano. Orlando la mette giù diversamente: promette un sostengo regionale «a tutti i pensionati sotto i mille euro che non riescono a pagare le bollette» e anche forme di aiuto economico agli ex percettori del reddito di cittadinanza puniti dal governo Meloni.

L’aumento delle pensioni minime da pochi euro al mese, previsto dalla manovra, da queste parti ha scatenato parecchie arrabbiature. Così come l’impatto di alcune opere, come lo Skymetro, la cui realizzazione potrebbe portare all’abbattimento delle scuole Firpo-Buonarroti a Marassi. Ieri un sit-in di protesta, cui hanno partecipato anche esponenti del centrosinistra. Quanto alle opere, ieri Conte in visita tra Sanremo a Savona ha contestato: «Salvini parla di progetti futuribili mentre a Ventimiglia si arriva con un binario unico: non sarebbe meglio concentrarsi sul potenziamento della rete che già esiste?».

SULLE URNE, oltre al previsto maltempo, incombe anche la puntata di Report dedicata all’inchiesta che ha travolto Toti che andrà in onda domenica, a urne aperte: «Una cosa disgustosa, mi domando perché Orlando non si attivi per fermarla, anche a lui converrebbe vincere pulito, senza aiutini», tuona Bucci. Quanto alle infiltrazioni mafiose in regione, taglia corto a margine della firma del patto sulla sicurezza: «La mafia non c’entra con la sicurezza, è un problema di corruzione, e poi il capitano Ultimo sta con me».

OGGI GENOVA sarà la capitale della politica italiana: alle 16.30 Meloni, Salvini e Tajani al porto antico, un’ora dopo Schlein, Conte, Fratoianni , Bonelli e Calenda (in video) al teatro Politeama, scelto last minute al posto della centrale piazza Matteotti per il maltempo. Ieri Orlando, ospite di Un giorno da Pecora, si è sbilanciato in un pronostico: «Vinciamo 51 a 47%». «Poveretto, sarà smentito», la replica del sindaco, che intende cantargli «Arrivederci Roma», nel senso che vuole rispedirlo nella Capitale. E se l’ex ministro dem cerca di dare una chiave regionale alla sfida, Bucci replica: «Sono contento che sia diventata una partita nazionale, così si parla di noi non solo per le disgrazie».

SERGIO COFFERATI, protagonista delle primarie 2015 che lo videro sconfitto di misura dalla renziana Raffaella Paita (poi a sorpresa vinse Toti), parla di una «partita difficile e delicata». «Il centrosinistra è unito, è stato fatto un grande lavoro ma non so se sarà sufficiente», spiega al manifesto. «Temo l’astensionismo e la dispersione dei voti, visto che i candidati a presidente sono nove. Purtroppo l’inchiesta che ha travolto Toti non ha il peso che dovrebbe avere. E vedo che c’è un sistema economico, industriale e anche terziario che ha un oggettivo interesse a proseguire con il sistema che c’è stato finora». I cosiddetti poteri forti, che qui controllano gran parte dell’informazione, non hanno (ancora) cambiato cavallo. Per la sinistra l’unica speranza è una alta partecipazione al voto. Soprattutto nelle periferie.

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