Libera la Geo Barents, rischiava lo stop alle missioni
Mediterraneo Sospeso il fermo di 60 giorni. A quello successivo sarebbe scattata la confisca. Il giudice di Salerno dà ragione alla ong: «Obiettivi umanitari di indubbio valore»
Mediterraneo Sospeso il fermo di 60 giorni. A quello successivo sarebbe scattata la confisca. Il giudice di Salerno dà ragione alla ong: «Obiettivi umanitari di indubbio valore»
Il tribunale di Salerno ha rimesso in libertà la Geo Barents. Era bloccata nel porto campano dal 5 settembre scorso, quando al termine dell’ultima missione era stata detenuta in base al decreto Piantedosi, smentito per l’ennesima volta in un’aula di tribunale. In questo caso, però, la decisione è particolarmente importante: la nave umanitaria su cui opera Medici senza frontiere (Msf), la più grande della cosiddetta «flotta civile», rischiava di non tornare più a salvare vite.
Il fermo amministrativo era stato disposto per 60 giorni, facendo dunque valere la recidiva. In caso di una nuova sanzione sarebbe scattata la confisca del mezzo. Un rischio che l’ong, che affitta l’imbarcazione da una società armatrice norvegese, difficilmente avrebbe potuto correre.
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Sospeso il fermo della Ocean Viking. Primo colpo al decreto PiantedosiPer il momento quella della prima sezione civile è una decisione sulla misura cautelare, l’udienza di merito si svolgerà il 29 novembre. Il giudice, comunque, afferma che in base alle prove documentali e video fornite da Msf l’intervento non ha creato «alcuna situazione di pericolo a bordo», la nave «era impegnata in improcrastinabili operazioni di soccorso di naufraghi» e aveva avvisato «preventivamente» la guardia costiera libica. Questa, del resto, «si sarebbe limitata a chiedere alla Geo Barents di abbandonare l’area di soccorso, senza invece fornire indicazioni in ordine alla modalità di svolgimento delle operazioni di salvataggio».
La decisione del tribunale è motivata anche per il periculum in mora, ovvero l’esistenza di una minaccia grave a un diritto soggettivo. Il fermo «è suscettibile di pregiudicare in modo irreversibile il diritto di esercitare l’attività di soccorso in mare» – scrive il giudice – e questa attività implica il perseguimento «di obiettivi umanitari di indubbio valore “ex se”».
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Sea-Watch 5 liberata dal giudice. Terzo schiaffo al decreto PiantedosiChissà come avrà preso queste parole, che echeggiano quanto stabilito già da altre corti, il ministro dell’Interno. «In sede di merito discuteremo anche altri argomenti affrontati con il ricorso, tra cui quelli che contestano la legittimità del decreto Piantedosi perché in violazione delle norme sovranazionali e della Costituzione. L’Italia non può sanzionare una nave per condotte (peraltro doverose) svolte fuori dai confini italiani da navi che battono bandiera straniera», afferma l’avvocato Dario Belluccio, tra i difensori di Msf.
Il capomissione della ong Juan Matías Gil afferma invece: «per noi non è arrivata una sorpresa, ma una conferma. 37 persone in acqua in piena notte non potevano che essere salvate. Adesso torniamo in mare perché purtroppo si continua a morire di fronte all’indifferenza dell’Italia e dell’Europa». La nave ha mollato gli ormeggi alle 18 di ieri ed è già in zona di ricerca e soccorso.
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