L’ex Cie ha costituito un danno per l’immagine della città di Bari
La Corte di Cassazione ha confermato che l’ex Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari Palese ha costituito un danno all’immagine del capoluogo pugliese. Il comune va dunque risarcito, […]
La Corte di Cassazione ha confermato che l’ex Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari Palese ha costituito un danno all’immagine del capoluogo pugliese. Il comune va dunque risarcito, […]
La Corte di Cassazione ha confermato che l’ex Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari Palese ha costituito un danno all’immagine del capoluogo pugliese. Il comune va dunque risarcito, anche se il tipo di lesione all’identità cittadina dovrà essere stabilito nuovamente dal giudice d’appello.
L’azione legale era stata promossa dagli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci contro il ministero dell’Interno e altri soggetti coinvolti nella gestione dell’ex Cie. All’interno della struttura erano stati documentati maltrattamenti e vessazioni dei diritti dei cittadini migranti trattenuti.
Il giudice supremo ha accolto solo in parte il ricorso presentato dal Viminale dopo la sentenza di secondo grado, nell’aspetto riguardante la definizione del danno provocato. Per questo ha stabilito che la causa torni alla Corte di Appello di Bari per una più precisa valutazione.
Oggi la struttura per la detenzione amministrativa dei migranti è aperta con la denominazione di Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr). È una delle otto attualmente funzionanti in attesa che il governo, come promesso, ne apra uno per regione. In Puglia sono già due, il secondo si trova a Brindisi.
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