Aiutarli. Aiutare però a portarli nei commissariati, nelle caserme delle polizie. Nei loro commissariati, nelle loro caserme. A Tripoli, in Libia. O ad Erevan, Armenia, dove “le torture sono perpetrate in completa impunità”, come scrive il rapporto dell’anno scorso di Human Rights Watch. O a Baku, Azerbaigian, dove “i maltrattamenti in custodia sono dilaganti”. E via dicendo. Aiutarli. Viene definito così il compito che si è assegnato la nuovissima Accademia europea di polizia, che fino a ieri si chiamava Cepol. Fornirà assistenza e “formerà personale” ad una lunga serie di paesi, quasi tutti nell’elenco delle nazioni sotto accusa per violazione...