Nella sua trilogia ucronica di inizio millennio – La giornata di un opricnik, Cremlino di zucchero (Atmosphere, 2014 e 2016), La tormenta (Bompiani, 2016) – Vladimir Sorokin dipinge una Russia regredita, al di là dei dettagli ipertecnologici, a un medioevo di fatto, retta da uno scialbo dittatorello ormai indistinguibile dai suoi ologrammi, completamente vassalla della Cina e separata dal resto del mondo da una ciclopica nuova Grande Muraglia. I lettori restavano perplessi di fronte al fatto che questi rivolgimenti fossero collocati già al 2027. Dalla sera alla mattina sono diventati adesso uno degli scenari più preventivabili della folle avventura putiniana....