La questione era esplosa qualche giorno fa con un (inutilmente) velenoso articolo della rivista americana «Hollywood Reporter» che sin dal titolo accusava il Festival di Venezia di essere «sordo» verso #MeToo e Time’sUp. Le ragioni? Non è difficile immaginarlo. In primis «l’affaire Polanski» e l’esiguo numero di registe nel concorso – solo due nomi, Haifaa Al Mansour (The Perfect Candidate) e Shannon Murphy (Babyteeth). Non c’è da sorprendersi visto l’accanimento contro l’ottantaquattrenne regista accusato di violenza su una minorenne, Samantha Geimer, nel1977, e ora dichiarato persona non grata a Hollywood con l’espulsione dall’Academy. PER L’ENNESIMA volta non si può che...