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L’estrema destra di governo ha una sola idea: mettere tutti in carcere

L’estrema destra di governo ha una sola idea: mettere tutti in carcereItalian Premier Giorgia Meloni, right, talks to Infrastructures Minister Matteo Salvini after addressing the lower Chamber ahead of a confidence vote for her Cabinet, Sunday, Oct. 23, 2022. Giorgia Meloni, whose party with neo-fascist roots finished first in recent elections, is Italy's first far-right premier since the end of World War II. She is also the first woman to serve as Italian premier. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Commenti La repressione del dissenso e un certo continuo richiamo alla disciplina non sono risposte all’altezza della complessità che stiamo vivendo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 aprile 2023

Occupi una casa? In galera. Coltivi cannabis sul terrazzo? In galera. Salvi una vita in mare? Ti sequestriamo la nave.
Lunga permanenza in carcere e multe salate. Rileggendo le ultime proposte di legge della destra sono queste le uniche medicine per curare il Paese. Il caso più recente – su cui è a lavoro la Presidente Meloni, coinvolgendo l’esecutivo e le forze di maggioranza – è il disegno di legge contro la nuova immaginaria emergenza che sta investendo l’Italia: gli “ecovandali”, quegli attivisti di una generazione che non teme a definirsi l’ ”Ultima” di fronte al disastro climatico che stiamo vivendo.

Ci sarebbe da ridere per l’atteggiamento di questa destra al governo, se non fossero da prendere in seria considerazione gli allarmi lanciati dagli ecoattivisti. Ci sarebbe da ridere, se non fosse da prendere sul serio il tempo perso da questa maggioranza in preda a una furia repressiva decisamente fuori misura.

Sanzioni pesanti per chi parla in inglese nella pubblica amministrazione. Carcere per chi difende il diritto alla casa. Lo stesso trattamento per chi partecipa a un rave. Detenzione per chi produce cannabis light. Lotta senza tregua contro i migranti in cerca di occupazione e futuro nel nostro Paese e vale lo stesso per chi li soccorre in mare.

Questa è la cifra di chi finora ha dimostrato di essere drammaticamente in affanno alla guida del Paese (basti pensare al Pnrr). Eppure non è sufficiente derubricare il tutto a un consapevole processo di “distrazione di massa” messo in atto per nascondere l’inadeguatezza dell’esecutivo. Piuttosto, alla facile ricerca del capro espiatorio si somma un atteggiamento di rifiuto, da parte di questa destra, davanti alla complessità dei fenomeni emergenti nella contemporaneità. Incapaci di trovare soluzioni, pensano di risolvere tutto con il carcere.

Perché ciascuno dei casi sopra menzionati, messi nel mirino in questa deriva manettara, ci indica questioni che andrebbero comprese ed affrontate. Vale per gli attivisti di Ultima Generazione che con coraggio hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’alternativa indifferibile ai combustibili fossili, in un Paese che dovrebbe strategicamente investire sulle rinnovabili. Vale per tutte e tutti coloro che si battono per ottenere il fondamentale diritto ad avere una casa, in un Paese che da decenni non vede politiche di investimento per l’edilizia popolare. Vale per chi produce o consuma cannabis di cui dobbiamo rivendicare l’utilizzo anche a scopo ludico, proprio come avviene nello stato di New York dove si prevede la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro nelle aziende del settore. Vale, non da ultimo, per le donne e gli uomini che migrano verso l’Europa, ostaggi di politiche evidentemente inadeguate per un Paese come il nostro che è già nel precipizio dello spopolamento.

Questo governo finora ha dimostrato di non sapere individuare soluzioni, ma di essere capace solo di annunciare nuove pene, proponendo sanzioni e detenzione come unico strumento per sbarazzarsi di chi, a loro giudizio, causa problemi. Senza contare la situazione disastrosa degli istituti penitenziari italiani, drammaticamente sovraffollati ed inadeguati come denunciato di nuovo dal Consiglio d’Europa appena due settimane fa.

Chi sceglie di battersi per un diritto negato, chi sceglie la strada della disobbedienza civile, mette in conto di affrontare la reazione delle autorità. La repressione del dissenso e un certo continuo richiamo alla disciplina non sono risposte all’altezza della complessità che stiamo vivendo. Qualcuno nel governo, per favore, pensi almeno a questo prima di scrivere una nuova proposta di legge.

* consigliere regionale Alleanza Verdi Sinistra Lazio

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