L’estate italiana di Nguema Obiang non finisce mai
Guinea Equatoriale-Italia Dopo una parentesi "istituzionale" riecco il rampollo presidenziale ricercato dalla giustizia internazionale sul suo megayacht tra Sardegna e costiera amalfitana. Intanto la notizia che i beni sequestrati al rampollo presidenziale dalla giustizia americana saranno utilizzati per finanziare la campagna di vaccinazione ha fatto il giro di ogni casa a Malabo. Ma lui sostiene che è l'idea è sua
Guinea Equatoriale-Italia Dopo una parentesi "istituzionale" riecco il rampollo presidenziale ricercato dalla giustizia internazionale sul suo megayacht tra Sardegna e costiera amalfitana. Intanto la notizia che i beni sequestrati al rampollo presidenziale dalla giustizia americana saranno utilizzati per finanziare la campagna di vaccinazione ha fatto il giro di ogni casa a Malabo. Ma lui sostiene che è l'idea è sua
Il breve rientro in Guinea Equatoriale per ragioni istituzionali, diverse riunioni del partito politico che storicamente sostiene il padre al potere da oltre 40 anni, hanno interrotto a metà la splendida estate di Teodoro Nguema Obiang Mangue, vicepresidente e numero uno tra i pretendenti al trono del Paese. Uno degli uomini politici più corrotti del mondo. Dopo aver spostato il suo yacht a Cagliari Nguema era tornato a Malabo, dove ha fatto la sua mossa nella lunga partita a scacchi per il potere con il fratello Gabriel, ministro del petrolio. Durante una riunione del gabinetto dei ministri Nguema ha tuonato contro il fratello, accusandolo di non aver saputo amministrare la ricchissima industria petrolifera nazionale e di aver provocato, con tale pessima gestione, il crollo delle entrate petrolifere dell’anno scorso. Un crollo provocato dalla pandemia, che in tutto il mondo ha riportato il mercato del greggio indietro di decenni, ma che Nguema ha direttamente attribuito al fratello, accusandolo di tradimento e appropriazione indebita: una mossa furba, nella complicata partita a scacchi per la discendenza.
La Guinea Equatoriale però non è fuori dal mondo e nel Paese la notizia che i beni sequestrati al rampollo Nguema dalla giustizia americana saranno utilizzati per finanziare la campagna di vaccinazione ha fatto il giro di ogni casa. Ragion per cui lo stesso Nguema, in televisione, dopo le accuse al fratello ha dichiarato che con un gesto supremo di diplomazia è riuscito a convincere gli Usa di ripagare così il sopruso da lui stesso subito dalla giustizia americana. Un capovolgimento della verità poco credibile, anche in Guinea.
Conclusa la pratica istituzionale Nguema è tornato in Sardegna. Dopo aver fatto prontamente spostare il suo yacht Ebony Shine di fronte a Porto Rotondo ha fatto tappa dall’altra parte del Tirreno, in costiera amalfitana, a Positano. Il tutto debitamente documentato su TikTok: gite in moto d’acqua, immersioni, cene eleganti e shopping di lusso, sempre in favore di telecamera, sempre con l’atteggiamento di chi, nonostante sia rincorso dalla giustizia internazionale, può permettersi ogni capriccio.
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