Legge, ordine e tanta corruzione a New York
Come un giallo hard-boiled Nelle ultime settimane il sindaco Adams ha perso il capo della polizia, gli assessori alla sanità e alla scuola, il responsabile del suo ufficio legale, due vicesindaci, il suo consigliere anziano e quattro collaboratori di alto livello, in un'atmosfera di scandali a catena che ha avvolto il municipio
Come un giallo hard-boiled Nelle ultime settimane il sindaco Adams ha perso il capo della polizia, gli assessori alla sanità e alla scuola, il responsabile del suo ufficio legale, due vicesindaci, il suo consigliere anziano e quattro collaboratori di alto livello, in un'atmosfera di scandali a catena che ha avvolto il municipio
Frank Serpico, dove sei quando davvero ci serviresti? Per i nostalgici del film di Sidney Lumet con Al Pacino (1973) va ricordato che Francesco Vincent Serpico, nato a Brooklyn nel 1936, è vivo e abita con la sua compagna nei boschi dello stato di New York, benché nel 1971 abbia ricevuto un colpo di pistola in faccia e gli rimangano frammenti di pallottola nel cervello.
La storia di Serpico era la storia di una polizia corrotta e violenta, una storia che oltre mezzo secolo dopo sembra sempre uguale: un mese fa si è dimesso Edward Caban, che aveva usato la sua autorità di capo della polizia per impedire che si arrivasse al processo in 54 procedimenti disciplinari contro agenti che avrebbero dovuto comparire davanti alla Commissione di revisione dei reclami civili della città di New York. Per buona misura James Caban, suo fratello gemello, è sotto inchiesta per i suoi traffici con i locali notturni: un classico degno dei gialli hard-boiled degli anni Cinquanta o dei romanzi di Georges Simenon.
La corruzione non è un problema della sola polizia: dieci giorni fa al sindaco di New York Eric Adams sono state notificate cinque imputazioni federali per vari reati; la sua più importante collaboratrice, Ingrid Lewis-Martin, è ugualmente sotto inchiesta; l’altroieri si è dimessa Sheena Wright, il vicesindaco. Sono in tutto 20 i collaboratori del sindaco o i lobbisti arrestati o quanto meno indagati per vari reati. Nelle ultime cinque settimane, il sindaco Adams ha perso il capo della polizia, gli assessori alla sanità e alla scuola, il responsabile del suo ufficio legale, due vicesindaci, il suo consigliere anziano e quattro collaboratori di alto livello, in un’atmosfera di scandali a catena che ha avvolto il municipio. Il giornalista Liel Leibovitz ha scritto su Tablet: “Perseguire i sindaci di New York per la loro vicinanza a questa o quella forma di corruzione locale è come perseguire i baristi per la loro vicinanza al gin”.
Le varie inchieste su Adams e sul resto della banda toccano solo marginalmente la polizia ma Adams, prima ancora di essere un sindaco, è un ex poliziotto e la polizia di New York (che dipende dal municipio e non dal governo federale) continua ad essere corrotta e violenta. Per esempio un mese fa, in una stazione della metropolitana di Brooklyn, i poliziotti hanno sparato e ferito tre persone e un altro agente. Motivo: alla fermata di Sutter Avenue, un uomo di 37 anni era entrato senza biglietto. Due agenti lo hanno inseguito e affrontato. L’uomo, con una storia di disturbi psichici, ha estratto un coltello e gli agenti hanno aperto il fuoco sulla banchina affollata, colpendo lui, ferendo due passanti, uno dei quali è tuttora in condizioni critiche e perfino un loro collega.
Un incidente che poteva accadere in qualsiasi momento: l’amministrazione Adams, nonostante i numerosi scandali di corruzione, ha riempito la metropolitana di poliziotti violenti che rispondono a situazioni banali come la mancanza di biglietto usando la forza, spesso con conseguenze letali. Un atteggiamento coerente con le famigerate teorie degli anni Novanta note come Broken Windows e fatte proprie dall’allora sindaco Rudy Giuliani. Teorie pseudo sociologiche che richiedevano sempre più polizia, anche per comportamenti irregolari ma innocui, ignorando tutti gli studi sul fatto che una maggiore presenza e aggressività degli agenti non migliora la sicurezza urbana, al contrario. Basterà ricordare il caso di Eric Garner, strangolato dall’agente Daniel Pantaleo a Long Island nel 2014 perché sospettato di vendere sigarette di contrabbando. Pantaleo non fu nemmeno processato, il Dipartimento della giustizia dell’amministrazione Trump ignorò il caso e solo cinque anni dopo un’inchiesta interna del NYPD portò al suo licenziamento.
Dieci anni dopo la situazione è peggiorata: sotto l’amministrazione Adams, il numero di arresti compiuti dalla polizia nella metropolitana è aumentato drasticamente e il 93% delle persone arrestate per non aver pagato il biglietto erano afroamericani o latini. Il sindaco ha sempre sostenuto che il mancato pagamento dei biglietti priva il sistema di trasporto pubblico di fondi necessari, con una perdita stimata di 690 milioni di dollari. Tuttavia, nel 2023 la sola spesa per pagare gli straordinari della polizia nella metropolitana è salita a 155 milioni di dollari. Gli indennizzi pagati alle vittime della brutalità della polizia hanno superato i 500 milioni di dollari negli ultimi sei anni, 115 milioni solo nel 2023.
Quindi l’anno scorso la polizia di New York ha speso oltre 150 milioni di dollari in più per arrestare persone che non erano in grado di pagare il biglietto da 2,90 dollari della metropolitana. Un avvocato che si occupa di diritti civili, Scott Hechinger, ha fatto un po’ di conti e li ha pubblicati su Twitter: “Dovevano solo 104.000 dollari”, ha scritto, riferendosi al totale dei biglietti non pagati dalle persone arrestate dalla polizia nel 2023. “Con quei 150 milioni di dollari ogni anno si potrebbero comprare biglietti gratuiti, a tariffa ordinaria, per 95.000 newyorkesi poveri”. Secondo l’ONG Mapping Police, che monitora i comportamenti violenti delle forze dell’ordine, nel complesso degli Stati Uniti la polizia ha ucciso almeno 1.247 persone nel 2023. La media negli ultimi dieci anni è di circa 1.100 ogni anno.
Sarebbe quindi ingenuo ignorare il consenso politico bipartisan attorno allo slogan “Legge e ordine”: Adams è un democratico e Kamala Harris, la settimana scorsa, si è vantata di tenere una pistola in casa, da usare contro eventuali intrusi. Episodi come la sparatoria di Brooklyn sono una conseguenza inevitabile della violenza quotidiana della vita di New York e del senso di impunità della polizia.
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