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Le ragioni degli ecoattivisti arrivano al ministero

Le ragioni degli ecoattivisti arrivano al ministeroUn blocco stradale di Ultima Generazione – Ansa

Piano green Oggi Ultima Generazione incontra Pichetto Fratin, titolare dell’Ambiente, con in tasca un piano che sarà presentato al parlamento. Prima richiesta: tagliare i sussidi ambientalmente dannosi senza colpire i poveri

Pubblicato circa un anno faEdizione del 8 agosto 2023

Gli attivisti di Ultima Generazione hanno un piano. Costruito nel dettaglio in un confronto con scienziati e tecnici, a settembre arriverà in parlamento come proposta di legge sostenuta da Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Oggi intanto lo anticiperanno al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia). Le aspettative sull’incontro sono basse, gli ecoattivisti vogliono soprattutto mostrare «che da parte nostra non ci sono solo le proteste, ma anche le proposte». A parlare è Michele Giuli, tra i fondatori dell’organizzazione.

A FINE GIUGNO Pichetto Fratin si era detto disponibile a discutere con i ragazzi che nell’ultimo anno e mezzo hanno occupato ripetutamente il dibattito sul clima attraverso una raffica di azioni di protesta eclatanti. Forse per mettere le mani avanti rispetto alle critiche che potrebbero piovere dalla sua stessa parte politica, l’esponente forzista ha ribadito in una lettera pubblicata ieri da Repubblica che incontrerà Ultima Generazione nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che tutela la libertà di pensiero, ma che gli attivisti «non possono essere portatori della verità, soprattutto se rappresentano le loro idee col metodo della violenza».

A QUALE VIOLENZA faccia riferimento il ministro è difficile capirlo: la strategia di Ultima Generazione è caratterizzata da una non violenza integrale, assoluta. L’organizzazione è convinta, a torto o ragione, che sia quel tipo di disobbedienza lo strumento più efficace per ottenere un determinato risultato politico. Lo pensano anche le realtà sorelle che partecipano alla rete A22 e sono attive nel resto d’Europa, come Dernière Rénovation in Francia, Letze Generation in Germania e Austria o Just Stop Oil in Uk.

IN OGNI CASO durante l’incontro odierno non si parlerà di pratiche di conflitto, ma di politiche energetiche e crisi climatica. «Vogliamo vedere se il ministro è coerente con le sue lacrime», aggiunge Giuli. Il riferimento è alla commozione di Pichetto Fratin al festival Giffoni, davanti a una ragazza che raccontava dell’«ecoansia» provata a causa degli eventi estremi che si moltiplicano in tutto il pianeta. La richiesta intorno cui Ultima Generazione ha concentrato le oltre 100 azioni di protesta realizzate da dicembre 2021 è lo stop ai sussidi pubblici ai combustibili fossili.

«NON SIAMO INGENUI e capiamo la complessità del tema. Sappiamo bene che bisogna tutelare le fasce di popolazione con maggiori difficoltà economiche, ma esistono molte forme di sostegno alle grandi imprese inquinanti che possono essere eliminate da subito, senza colpire le persone comuni», continua Giuli. Il confronto partirà da qui e per dargli concretezza i ragazzi chiederanno di rimettere in funzione la Commissione per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi che aveva istituito l’ex ministro Sergio Costa (M5S).

SUL TAVOLO ci saranno anche altre questioni: i ritardi nella ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna; le azioni necessarie a raggiungere gli impegni del piano europeo “Pronti per il 55%”, che ha lo scopo di tagliare entro il 2030 oltre la metà di emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 1990; la bocciatura da parte degli esperti del think tank indipendente Ecco Climate del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) presentato dal governo lo scorso 19 luglio.

COMUNQUE, e al di là di quello che viene spesso raccontato, c’è una forte dose di amaro realismo nei ragazzi di Ultima Generazione: «Con questo governo una vera transizione è impossibile, al di là delle intenzioni del ministro – afferma Giuli – Ma bisogna ricordare che nemmeno l’esecutivo Draghi o quelli precedenti avevano voluto imboccare la strada giusta».

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