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Le persone non sono solo merce per propaganda

Le persone non sono solo merce per propagandaMigranti all'interno dell'hotspot di Lampedusa – foto Ansa

Lampedusa È inquietante osservare la cinica progressione delle policy anti-migranti proprio all’indomani della vergognosa vicenda di Lampedusa, che avrebbe dovuto invece condurre a più miti pensieri

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 settembre 2023

Un decreto al giorno per togliere i migranti di torno, anche a costo di superare la crudele avidità delle organizzazioni criminali che gestiscono i traffici delle persone migranti. L’ultima geniale idea del Governo Meloni eccola qua: estorcere 5000 euro agli «stranieri» che sono nelle condizioni di essere trattenuti alla frontiera, soldi da versare nell’ambito delle procedure di identificazione e al solo fine di sfuggire momentaneamente alla detenzione amministrativa nei CPR. In sintesi è questa la cura immaginata per rispondere a un’invasione che non c’è e anzi per alimentare il clima emergenziale da Lampedusa a Trieste. Poiché una simile somma non è nella disponibilità di quanti sono fuggiti dalla loro terra o vengono respinti da altri Paesi UE verso l’Italia come palline da ping pong.

Il Ministro Piantedosi dovrebbe spiegare in quali CPR rinchiuderà questa umanità in cammino, ivi compresi in alcuni casi i richiedenti asilo.

A lui bisognerà invece spiegare che le persone migranti non sono solo merce per propaganda, ma soggetti titolari di diritti calpestati nella loro terra che cercano dignità nella nostra.

È inquietante osservare la cinica progressione delle policy anti-migranti proprio all’indomani della vergognosa vicenda di Lampedusa, che avrebbe dovuto invece condurre a più miti pensieri. Proprio nella mia isola si è appena infranto l’accordo con il Dittatore tunisino che la Presidente del Consiglio aveva sventolato come una grande vittoria e proprio qui si è drammaticamente rivelato il risultato fallimentare della nuova gestione degli sbarchi, per aver trasformato una emergenza umanitaria in una questione di sicurezza nazionale.

Oltre 6000 persone ammassate in un hotspot da 400 posti, senza lo spazio neppure per la distribuzione di acqua e viveri, altre migliaia trattenute sull’asfalto cocente del molo, rinfrescate con gli idranti e contenute dalle forze di polizia in assetto antisommossa.

Proprio a Lampedusa si è ulteriormente dimostrato quanto sia falsa la tesi del pull factor invocata per perseguire il soccorso in mare delle ONG. Nei giorni della crisi nessuna nave umanitaria era presente nel Mediterraneo, tutte le persone arrivate a Lampedusa erano sui barchini giunti autonomamente oppure soccorse dalle Motovedette dello Stato. Motovedette che, a dire del Ministro Salvini, sarebbero state parte di un ridicolo «complotto».

Se solo la Presidente Meloni avesse trovato il tempo di incontrare le persone sbarcate qui, avrebbe forse capito che perseverare a puntare le sue carte sui rimpatri non è soltanto inutile, ma anche disumano, dato che chi non fugge dalle guerre fugge dalle carestie e dalla disperazione. Ma sia la Presidente Meloni, sia la Presidente von der Leyen non sono venute per capire, bensì per aprire la campagna elettorale per le europee in uno scenario di sofferenza ed emergenza.
Il punto è però che in tutto questo accanimento, in tutto questo restringere libertà e stritolare diritti, le persone migranti non saranno le uniche vittime.

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