Ventisette persone in fuga dalla Libia sono state riportate indietro con l’aiuto del mercantile P Long Beach nella giornata di ieri. Lo denunciano le Ong Sea-Watch e Mediterranea, secondo le quali a coordinare le operazioni è stata la guardia costiera italiana.

A sostegno di questa tesi la prima organizzazione ha pubblicato un audio registrato dal suo aereo Sea-Bird in cui il comandante del mercantile afferma di essere in contatto soltanto con le autorità di Roma e non con quelle di Tripoli.

La guardia costiera respinge le accuse: «Le unità mercantili coinvolte in questa attività di soccorso, sebbene inizialmente contattate dal centro di soccorso italiano, hanno successivamente ricevuto le istruzioni direttamente dall’autorità libica».

I migranti avevano chiesto aiuto al centralino Alarm Phone (Ap) nella notte tra martedì e mercoledì. Per molte ore sono rimasti in balia delle onde. Fino a che l’equipaggio della P Long Beach li ha presi a bordo per portarli nella città di Brega, nel golfo della Sirte.

Un comportamento illegale dal momento che la Libia non è un porto sicuro. Nella giornata di ieri il capomissione di Mediterranea si era appellato al comandante della nave affinché invertisse la rotta ed evitasse di compiere un reato. Quando casi analoghi sono finiti davanti a un giudice italiano sono state emesse condanne.

Intanto non è chiara la sorte di un altro barcone partito dalla Cirenacia con 500 persone. A lanciare l’Sos era stato sempre Ap, martedì mattina. Il mezzo si trovava nelle acque internazionali dell’area di ricerca e soccorso maltese. Le autorità di La Valletta, come al solito, hanno evitato di fornire informazioni.

Sea-Bird non ha trovato tracce nelle vicinanze dell’ultima posizione comunicata dai migranti ad Ap, fatto che escluderebbe il naufragio. Se il barcone, che aveva riferito di trovarsi senza benzina, è stato rifocillato e ha ripreso la rotta o se al contrario è stato compiuto un altro respingimento illegale non è ancora chiaro.

È andata sicuramente meglio alle 1.094 persone salvate dalla guardia costiera italiana tra martedì e mercoledì. Sono state portate al sicuro con le navi Diciotti, Dattilo, alcune motovedette e l’aiuto di Frontex.